Per la trentesima giornata di campionato in programma il 17 maggio del 1959, la Fiorentina, seconda in classifica, è impegnata nella volata scudetto con il Milan, che la precede di un punto. Entrambe le squadre sono impegnate in trasferta, in casa di due avversarie intenzionate a racimolare i punti che possono valere la sicura salvezza: i rossoneri sono di scena a Roma contro la Lazio, mentre i gigliati affrontano i rossoblù al "Ferraris" di Genova. La Fiorentina di quei giorni era decisamente diversa dalle precedenti. Innanzitutto, in panchina, sedeva Luigi Ferrero, già ex tecnico viola nel primo dopoguerra, che aveva assunto la massima guida tecnica della squadra da pochi giorni, dopo l'esonero di Czeizler avvenuto due settimane prima. Ferrero, che di quella squadra (diretta tecnicamente dallo "zio Lajos") svolgeva già il ruolo di allenatore, aveva già guidato la squadra cinque giorni prima in occasione della gara di Coppa Italia contro la Sampdoria, guarda caso l'altra metà calcistica del capoluogo ligure. La Fiorentina in quell'occasione liquidò, a Firenze, i blucerchiati per 2-1 grazie ad una doppietta di Lojacono. Nel corso di quella partita si infortunò nei primi minuti di gara l'estremo difensore gigliato Sarti. A differenza del campionato, dove non erano possibili i cambi, in Coppa Italia potevano essere avvicendati i giocatori ed il giovane Albertosi poté così subentrare al portiere del primo storico tricolore gigliato. E proprio Lojacono ed Albertosi furono, loro malgrado, i protagonisti anche nella gara di campionato contro il Genoa, contro cui Ferrero dovette fare a meno di Hamrin, Chiappella, Sarti e Montuori. Proprio i tre giocatori di movimento assenti erano stati i protagonisti (e goleador) della gara d'andata in cui la Fiorentina aveva regolato con un sonoro 7-1 i grifoni al Comunale di Firenze.
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BV 1959: Senza portiere i viola pareggiano a Marassi
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Quel Genoa-Fiorentina regalò, inizialmente, delle emozioni particolari soprattutto ai tifosi rossoblù, anche perché la squadra di casa sapeva che doveva (e voleva) farsi perdonare diverse umiliazioni subite in precedenza con i viola. La squadra di Ferrero riuscì, comunque, a "parare" il colpo e ad affacciarsi pericolosamente in area rossoblù con Lojacono e Petris. Al 42° minuto, però, la partita subì una svolta inattesa che condizionò tutti i minuti successivi fino al novantesimo. Durante un'azione d'attacco dei rossoblù Maccacaro fuggì sulla fascia e, poco prima di entrare in area, venne atterrato da Castelletti. La punta genoana, nel rotolare più volte a terra in seguito al duro intervento del difensore viola, travolse anche Albertosi in uscita, il quale rimase colpito gravemente al naso (con sospetta frattura alle ossa nasali e conseguente choc traumatico). Il numero uno viola, purtroppo, dovette lasciare il campo e, considerato, come detto, che le sostituzioni non erano consentite in campionato, il ruolo di portiere venne assunto da Lojacono, che, svestì la casacca numero 10 per indossare quella con uno zero in meno.
L'occasione per la squadra di Frossi di cercare di perforare la porta difesa dall'attaccante viola fu a dir poco ghiotta, ma il Genoa non riuscì ad arrivare ad impensierire Lojacono grazie anche al reparto arretrato viola, che strinse ulteriormente le maglie, non consentendo agli attaccanti avversari di rendersi pericolosi.
Al triplice fischio fu la Fiorentina ad esultare per uno zero a zero che valeva un punto d'oro, soprattutto per come si era messa la gara. Ma le notizie positive non finirono lì, perché a Roma, la Lazio di "Fuffo" Benardini (tecnico dello scudetto viola del 1956) era riuscita a fermare sul pareggio a reti bianche il Milan capolista che manteneva, così, un solo punto di vantaggio sulla Fiorentina a 4 giornate dal termine.
Firenze poteva continuare a credere nel secondo tricolore.
Roberto Vinciguerra - museofiorentina.it
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