La spocchia inglese si faceva vanto di un primato che nessuno era in grado di equiparare: mai nessuna formazione di football era mai riuscita a sconfiggere gli atleti di Sua Maestà in terra britannica. I centomila spettatori accorsi Wembley stavano però per assistere all’evento storico che segnerà la loro storia e quella di tutti gli appassionati di questo sport. Quel giorno, è il 25 novembre del 1953, arriva l’Ungheria, campione olimpica del 1952 a Helsinki dove aveva dominato in maniera imbarazzante sommergendo di reti tutti gli avversari tra i quali l’Italia sconfitta per 3-0.
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BV 1953: Hidegkuti e i suoi amici umiliano i leoni britannici
La storia viola giorno per giorno
Si trattava di una squadra irripetibile: talenti come ne nascono ogni cento anni - Ferenc Puskás, Nándor Hidegkuti, Zoltán Czibor, Sándor Kocsis quasi tutti della Honvéd di Budapest - e i frutti di un insegnamento tattico da parte di Jimmy Hogan, un allenatore inglese che negli anni venti e trenta aveva guidato le formazioni danubiane.
Ebbene, se i brasiliani ancora oggi rammentano con le lacrime agli occhi il Maracanazo - ossia la sconfitta nella finale mondiale contro l’Uruguay - i britannici fanno altrettanto quando rievocano quell’incontro.
Non ci fu partita.
Dopo appena quarantacinque secondi il futuro allenatore viola Nándor Hidegkuti aveva già trafitto il numero uno inglese Gilbert Merrick dopo essersi facilmente liberato dalla marcatura di Johnstone. Pochi minuti e ancora Hidegkuti raddoppia ma l’arbitro Horn, evidentemente in allenamento a fischiare in maniera favorevole ai padroni di casa, annulla per un inesistente fuorigioco.
Dopo il momentaneo pareggio di Jackie Sewell, i magiari dilagano segnando in venti minuti ancora con Hidegkuti e due volte con Puskás. Lo sguardo smarrito di Harry Johnston privo del suo avversario diretto impegnato nella propria area in azione difensiva, è l’immagine perfetta dello sconcerto provato dai giocatori britannici che vedevano girare la palla e i ruoli degli avversari senza capirci un granché.
L’incontro terminò 6-3 per gli ospiti con il nostro Hidegkuti che segnò ancora per la tripletta personale.
I sudditi di Sua Maestà la Regina Elisabetta II succeduta sul trono inglese al padre Giorgio VI soltanto un anno prima, assistettero quel pomeriggio a una dimostrazione di quello che sarà chiamato - venti anni più tardi - calcio totale.
Massimo Cecchi - museofiorentina.it
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