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BV 1951: Claudio Ranieri, due trofei e una semifinale

Se sei napoletano e dici Ranieri magari pensi a O surdato ‘nammurato e all’interpretazione di Massimo. Se sei tifoso viola e dici Ranieri pensi a una Coppa Italia, a una …

Redazione VN

Se sei napoletano e dici Ranieri magari pensi a O surdato ‘nammurato e all’interpretazione di Massimo. Se sei tifoso viola e dici Ranieri pensi a una Coppa Italia, a una Supercoppa Italiana e a una finale di Coppa delle Coppe sfuggita all’ultimo respiro.

Claudio Ranieri nasce oggi, 20 ottobre del 1951, a Roma: essendo del quartiere Testaccio, cresce calcisticamente nelle giovanili giallorosse per poi passare in prima squadra senza lasciare grande traccia di sé. Otto anni nel Catanzaro e poco altro. È nella veste di allenatore che Claudio cambia marcia. L’esordio in serie A è con il Cagliari, poi Napoli e, nel 1993, Fiorentina. Lui si deve rilanciare dopo l’esonero e i viola devono tornare immediatamente nella massima serie dopo l’inopinata retrocessione della squadra che avrebbe dovuto almeno qualificarsi per la Coppa U.E.F.A. Ranieri trova a Firenze Mario Cecchi Gori - che purtroppo scomparirà di lì a pochi mesi - e una rosa con tanti giocatori da Serie A: Toldo, Baiano, Batistuta, Effenberg, Robbiati e Pioli. Il campionato è vinto ma il gioco latita: qualche piccola contestazione e via verso la massima serie. Ranieri siede sulla panchina gigliata per altre tre stagioni facendo godere il pubblico viola di bel gioco, primo posto in campionato e, soprattutto, di una Coppa Italia vinta nel 1996 nella doppia finale contro l’Atalanta e di una Supercoppa Italiana conquistata al Meazza contro i Campioni d’Italia del Milan nel tardo agosto dello stesso anno.

L’ultima annata a Firenze, che avrebbe potuto incoronarlo come allenatore più vincente della storia viola, lo porta a giocarsi la finale della Coppa delle Coppe contro il Barcellona. Dopo la gara di andata pareggiata per 1-1 al Camp Nou grazie a un missile di Batistuta, la sua squadra è sconfitta per 2-0 al Franchi con code di polemiche, risse e conseguenti pesanti squalifiche. Nell’estate del 1997 lascia la panchina viola ad Alberto Malesani.

Ranieri ha lasciato un ottimo ricordo a Firenze: a parte i primi e gli ultimi mesi della sua permanenza - celebre uno striscione a lui dedicato : “Ranieri illuminaci! Datti foho!” - nella quale ha pagato in prima persona risultati non esaltanti della squadra in campionato, è persona pulita alla quale è impossibile non volere bene. Quando è tornato a Firenze su panchine avversarie, è stato sempre giustamente applaudito: fa parte a pieno titolo della storia viola.

Massimo Cecchi - museofiorentina.it