Il Commissario Tecnico Ferruccio Novo assiste interessato all’allenamento dei cosiddetti “azzurrabili”, ossia dei diciassette giocatori convocati per far parte della Nazionale cadetti che il successivo 2 aprile dovrà affrontare i pari grado austriaci. Siamo a Firenze, stadio comunale il 16 marzo del 1950, e la squadra scelta per mettere in mostra le qualità dei singoli è il Siena, formazione di serie C. Novo fa effettuare tre tempi da trenta minuti ciascuno per dare modo di collaudare diversi allineamenti: gli azzurri scendono in campo con un’improbabile casacca arancione, mentre il Siena (sacrilegio!) veste la casacca viola della Fiorentina. Il folto pubblico è spaesato: vede nel corso dei tre tempi alternarsi Sergio Cervato, Egisto Pandolfini, Alberto Galassi e Riccardo Dalla Torre con addosso una vistosa maglia arancione e in viola una serie di volonterosi carneadi bianconeri della vicina Siena. Dal pasticcio di colori si salva soltanto Costagliola, sceso in campo nel secondo tempo a difendere i pali del Siena in maglia nera.
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BV 1950: Alberto Galassi spopola in arancione
Il Commissario Tecnico Ferruccio Novo assiste interessato all’allenamento dei cosiddetti “azzurrabili”, ossia dei diciassette giocatori convocati per far parte della Nazionale cadetti che il successivo 2 aprile dovrà affrontare i...
Superato lo choc cromatico, che avrebbe steso anche il più disponibile degli appassionati, il pubblico applaude lo show di Alberto Galassi, autentico mattatore della galoppata, autore di ben cinque delle sette reti con le quali gli arancioni battono i modesti senesi. La prima realizzazione del centravanti viola è nel corso del primo tempo con l’attacco formato da Trevisan, Pandolfini, Puccinelli e appunto Galassi; la seconda e la terza nel corso della seconda frazione con Zecca al posto di Trevisan e le ultime due nel corso del terzo tempo con Dalla Torre che sostituisce Puccinelli.
Alberto esce tra gli applausi convinti del pubblico e i complimenti di Novo: la casella di centravanti della Nazionale cadetti è ufficialmente occupata.
Massimo Cecchi - museofiorentina.it
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