Il pettegolezzo racconta che la sua aria da duro e i suoi occhi di ghiaccio abbiano fatto strage di cuori femminili: Luigi Radice, nato oggi a Cesano Maderno in provincia di Milano nel 1935, ha un passato da grande calciatore - soprattutto nel Milan - e da altrettanto grande allenatore - soprattutto nel Torino. Alla Fiorentina arriva giovanissimo: nel 1973 il Presidente Ugolini lo sceglie per sostituire Nils Liedholm che dopo due anni a Firenze si trasferisce alla Roma. Una bella scommessa non c’è che dire: Gigi ha soltanto 38 anni e scarsa esperienza di panchina ma è reduce da una brillante promozione con il Cesena. I viola passano dal gioco compassato e fatto di possesso palla al dinamico pressing aggressivo e asfissiante del rivoluzionario Gigi. I risultati sono più buoni: la squadra alterna risultati eccezionali (2-0 alla Juventus e 3-2 al Milan) a rovesci inspiegabili (sconfitte casalinga contro il Foggia e il Cesena) se non con l’attenuante della giovane età della rosa. Eppure…a fine stagione la società offre a Gigi Nereo Rocco come “tutor” e lui, ovviamente, rifiuta andandosene sbattendo la porta. Gigi andrà in seguito al Toro riportandolo dove merita: riconquista infatti un tricolore dopo quasi un trentennio regalando una indescrivibile gioia ai meravigliosi supporters granata.
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BV 1935: Gigi Radice, due volte viola
Il pettegolezzo racconta che la sua aria da duro e i suoi occhi di ghiaccio abbiano fatto strage di cuori femminili: Luigi Radice, nato oggi a Cesano Maderno in provincia …
Gigi tornerà viola: è il 1991 e quella sagoma di Lazaroni si fa esonerare dopo la sconfitta contro la Roma. “Falli correre Gigi” è lo striscione che accoglie Radice e lui lo interpreta alla lettera. La squadra si riprende e termina il campionato in maniera dignitosa. L’anno successivo la squadra viene attrezzata in maniera adeguata sciorinando calcio divertente e risultati all’altezza. Poi, si dice più per i suoi occhi di ghiaccio che per i risultati, Vittorio Cecchi Gori lo esonera a seguito di una sconfitta casalinga contro l’Atalanta di Lippi condannando inconsapevolmente il Club alla retrocessione.
Gigi Radice è un grandissimo tecnico: il rammarico per noi viola è che non ha mai avuto la possibilità di concludere il proprio lavoro. A lui un affettuoso saluto: caro Gigi, non ti dimentichiamo.
Massimo Cecchi - museofiorentina.it
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