La tappa in terra belga per la Nazionale italiana rappresenta la gara della consacrazione del talento di Mario Pizziolo, il nostro Mario Pizziolo. Il mediano viola, che già aveva esordito in azzurro il primo giorno dell’anno del 1933 a Bologna contro la Germania, offre il 12 febbraio 1933 allo Sparta Platz di Bruxelles una prova talmente convincente da far scrivere ai cronisti dell’epoca che la Nazionale aveva trovato un inamovibile titolare. L’Italia, forzatamente rimaneggiata per le assenze di Sclavi, Schiavio e Ferrari e la scelta tattica di Rosetta rispetto a Monzeglio, si schiera con Gianni, Rosetta, Gasperi, Pizziolo, Monti, Bertolini, Costantino, Serantoni, Meazza, Fedullo e Orsi. Il pre-gara, ricco come sempre di retorica, offre l’opportunità al Presidente dell’Associazione della Stampa sportiva Belga di brindare “all’Italia che con virile fierezza marcia verso il suo avvenire immancabile”. L’incontro, fortunatamente, è molto più pratico e già al 26’ l’Italia è avanti grazie ad una bella realizzazione di Meazza, abile a fintare liberandosi in un sol colpo sia dell’accorrente difensore che del portiere. Un errore di Rosetta, appena cinque minuti più tardi, permette però a Voorhoof dapprima di pareggiare e poi, proprio ad inizio ripresa, di portare addirittura in vantaggio i “diavoli rossi”. Gli azzurri reagiscono con veemenza giungendo al meritato pareggio con Costantino al 71’. Proprio in chiusura, ancora Meazza fornisce un saggio della propria classe eludendo con un preciso tiro a scavalcare avversari e portiere e siglando così il 2-3 finale.
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BV 1933: Pizziolo incanta lo Sparta Platz
La tappa in terra belga per la Nazionale italiana rappresenta la gara della consacrazione del talento di Mario Pizziolo, il nostro Mario Pizziolo. Il mediano viola, che già aveva esordito …
“Dei singoli il migliore è stato Pizziolo - scrive il Littoriale - (…) il più costante e il più equilibrato della schiera, con quel suo gioco al tempo accorto e pugnace, mobile ed ostinato. Pizziolo si è definitivamente conquistato il posto in Nazionale”. Purtroppo non sarà così: il Mario azzurro si fermerà per un brutto incidente di gioco nel suo stadio di Firenze nella gara del mondiale contro la Spagna nel 1934 e, dopo qualche tentativo di rientro, dovrà abbandonare l’attività agonistica a soli 27 anni.
Massimo Cecchi - museofiorentina.it
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