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Battito viola 1960: A Firenze nasce un angelo

Stavolta le squadre nelle quali ha giocato e i trofei che ha vinto li lasciamo citare agli almanacchi. Ne ricordiamo soltanto uno, quello a lui forse più caro: il diploma …

Redazione VN

Stavolta le squadre nelle quali ha giocato e i trofei che ha vinto li lasciamo citare agli almanacchi. Ne ricordiamo soltanto uno, quello a lui forse più caro: il diploma ad honorem ricevuto dalle mani del grande Mogol, per i contenuti del suo secondo ed ultimo album “Spero che esistano gli angeli”. Il tutto proprio alla famosa scuola del C.E.T. in Umbria, davanti agli studenti di musica, con una cerimonia che lui ricordava sempre con orgoglio. Avrebbe compiuto oggi 53 anni, Andrea Pazzagli. Invece da un anno e mezzo non è più con noi. O forse sì. Anzi ne siamo sicuri. Non può non essere così. Quella emozione che lo guidava nel comporre testi e musiche, non per esigenze commerciali ma giusto per il bisogno di comunicare, quelle sensazioni che sono partite dal suo cuore non possono essersene andate insieme a lui. No Andrea, gli angeli esistono e sono come te. Gli angeli sono persone educate, si comportano sempre con grande misura e compostezza, sono delle persone meravigliose. Come te. Sono amati e stimati da tutti. Come te. Oggi, a distanza di un anno e mezzo dalla sua improvvisa scomparsa, solo una cosa è più grande del dolore che avvertiamo a causa della sua mancanza: la gratitudine per averlo avuto con noi finché ciò è stato possibile. “Passato parlami e dimmi cos'è questa malinconia che ho dentro me… futuro giurami che il tempo che avanza per i miei sogni sarà abbastanza”. Andrea diceva sempre che “una canzone nasce dalla quotidianità, dall'osservazione, dai sentimenti”. Ed ancora raccontava: “L'altro giorno mio figlio, ai giardini, mi ha detto: lo sai che la zeta finisce per A? Ha ragione. Quando termina una cosa spesso ne comincia un'altra”. Andrea sperava che esistessero gli angeli. Noi ne siamo sicuri.

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