La mattina dell’8 gennaio 1933 carovane d’auto e treni speciali organizzati nei maggiori centri della Toscana muovono alla volta di Firenze dove è attesa la Juventus capolista e Campione d’Italia. La cornice è più bella che mai. L’avveniristico Berta, finalmente cinto da tutte le sue gradinate (le curve sono state appena ultimate), pullula di bandiere e stendardi viola. In tribuna, fatti gli onori di casa alle autorità intervenute, il Pater Patriae Ridolfi osserva lo spettacolo sorridendo - così ci piace credere - al pensiero che proprio molti di questi tifosi entusiasti si erano opposti alla nascita della Fiorentina.
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Battito viola 1933: Petrone si gioca la pettinatura ma…
La mattina dell’8 gennaio 1933 carovane d’auto e treni speciali organizzati nei maggiori centri della Toscana muovono alla volta di Firenze dove è attesa la Juventus capolista e Campione d’Italia. …
Intanto, prima ancora del calcio d’inizio, giungono sorprese: Cesarini non ha recuperato, ma peggio va ai viola che aggiungono all’assenza di Bigogno, quella degli ammalati Gringa e Galluzzi. Incurante di ciò la Fiorentina affronta con decisione la corazzata bianconera reduce da nove vittorie consecutive. Il giovanissimo Borel, che diventerà capocannoniere in questa sua prima stagione in A, viene subito imbrigliato dalla solida retroguardia viola. Altrettanto buona è la condotta della difesa bianconera che costringe l’idolo di casa, il pluridecorato attaccante dell’Uruguay Petrone, a cercare soluzioni dalla distanza. Con una di queste l’Artillero colpisce il palo sorprendendo Combi che, al pari del suo collega, chiude la prima frazione con pochissimi interventi all’attivo.
Sempre combattuta ma ancor più avara di occasioni è poi la ripresa nella quale però, la Fiorentina, nonostante il claudicante Pizziolo relegato all’ala, osa di più trovando il vantaggio con Petrone che al 75° incorna una palla che danza a lungo dentro l’area di rigore. La reazione bianconera è immediata ma confusa e solo per un soffio non arriva il raddoppio dello stesso Petrone. L’urlo soffocato in gola esplode però liberatorio pochi secondi più tardi quando il triplice fischio di Mazzarino suggella la prima storica vittoria contro la Juventus.
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