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A volte, nel calcio, anche i numeri dicono bugie

I numeri, che dovrebbero fornire risultati incontestabili, o almeno così la raccontano da secoli i cultori della matematica (per essere più precisi delle matematiche, come insegnava un mio vecchio professore) …

Redazione VN

I numeri, che dovrebbero fornire risultati incontestabili, o almeno così la raccontano da secoli i cultori della matematica (per essere più precisi delle matematiche, come insegnava un mio vecchio professore) i numeri, dicevo, talvolta mentono in modo inaspettato.

Accade per esempio nell'ultima giornata dei gironi di Champions League, dove la situazione delle tre italiane è ben diversa da quello che ci dicono i numeri, ovvero i punti che ogni squadra ha in classifica.

Al momento la Juventus ha sei punti (una vittoria, tre pareggi, una sconfitta); il Milan otto (due vittorie, due pareggi, una sconfitta) e il Napoli nove (tre vittorie, due sconfitte): sembrerebbe logico pensare a una probabilità di qualificazione molto alta per i partenopei, buona per il Milan e ridotta per la Juventus.

La realtà, a dispetto dei numeri, è ben diversa: al Napoli, infatti, potrebbe non bastare una vittoria contro l'Arsenal per passare il turno. La squadra di Benitez è condannata non solo a vincere, ma a farlo con almeno tre gol di scarto per avere la certezza matematica della qualificazione senza dover attendere il risultato del Borussia Dortmund a Marsiglia.

Al Milan, che ospita l'Ajax, basta un pareggio per approdare agli ottavi: un traguardo che i rossoneri hanno centrato dieci volte negli ultimi dieci anni, a testimonianza di una vocazione internazionale che supera i molti problemi mostrati nel Campionato italiano.

Anche alla Juventus, che dovrà giocarsela in Turchia con il Galatasaray, basterebbe un pareggio. Di certo andare a Istanbul contro Drogba e Sneijder non è una passeggiata di salute, e anche la storia racconta di un'estrema difficoltà delle italiane: su dieci partite in casa del Galatasaray l'unica vittoria, del Milan, risale al 1963.

Sintesi: al Napoli potrebbero non bastare 12 punti per conquistare il diritto di giocare gli ottavi di Champions, alla Juventus potrebbero bastarne sei. Al Milan, ma già è un poco più logico, nove.

In attesa di conoscere i risultati non resta che auspicare un diverso criterio di composizione dei gironi, o magari una differente regola di qualificazione: tema sul quale c'è stato molto dibattito anche a proposito dei gironi per il Mondiale brasiliano del prossimo anno. Al momento non resta che prendere atto: non sempre chi vince di più passa il primo sbarramento.

Ammetto un pizzico di nostaglia per la vecchia Coppa dei Campioni (ma forse è colpa dell'età che mi consente di ricordarla bene) dove gli scontri diretti in genere davano la sensazione di una giustizia "più giusta".

Sempre a proposito di numeri, non dovrebbero esserci dubbi a proposito del prossimo Pallone d'oro. Il terzetto in lizza è composto da Lionel Messi, Franck Ribéry e Cristiano Ronaldo. Essendo fino a prova contraria un premio individuale i 60 gol di Ronaldo, con il corollario di una splendida tripletta alla Svezia di Ibrahimovic nello spareggio per il Mondiale, lasciano poco spazio a un Messi che quest'anno è andato a singhiozzo (complici gli infortuni) e a un Ribéry, pur eccellente giocatore, che deve molto alle vittorie a ripetizione del suo Bayern Monaco.

Anche nel caso del Pallone d'oro, purtroppo, talvolta i numeri dicono bugie e il criterio del premio individuale viene disatteso a favore dei risultati di squadra. Talvolta, non sempre: altrimenti sarebbe difficile spiegare la "non vittoria" da parte di un nerazzurro (Sneijder o Milito) nell'anno del triplete, oppure il fatto che un grandissimo come Paolo Maldini non abbia mai ottenuto questo riconoscimento.

Il Sole 24 ORE