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14 anni fa l’ appello di Antognoni: «Lasciate in pace Rui Costa»

Il 14 dicembre del 1999, cioé 14 anni fa, Antognoni (all’epoca Direttore Generale della Fiorentina), dalle colonne de La Gazzetta dello Sport, difendeva così Rui Costa in un periodo non …

Redazione VN

Il 14 dicembre del 1999, cioé 14 anni fa, Antognoni (all'epoca Direttore Generale della Fiorentina), dalle colonne de La Gazzetta dello Sport, difendeva così Rui Costa in un periodo non esaltante del fantasista viola.

Il d.g. della Fiorentina, alla vigilia della gara con il Perugia, ribadisce: «Rui è uno dei punti fermi, ma ora è triste e rende meno». Poi il messaggio ai contestatori: «Gli proporremo un contratto a vita»

FIRENZE - «Rui Costa è uno dei punti fermi della Fiorentina. Come Toldo, come Batistuta. E' vero, Inter e Parma ce lo chiedono sempre. E, ad essere onesti, non solo loro. Tutta Europa vorrebbe il nostro numero 10». Forse è Firenze che non lo vuole più. Che storia strana. Giancarlo Antognoni si sistema sotto una tettoia per ripararsi dalla pioggia. Brutta giornata. Brutto argomento. Il direttore generale della società viola è l' uomo che ha «scoperto» Rui Costa e che ha convinto Vittorio Cecchi Gori ad acquistarlo. Un fiore all' occhiello nella sua carriera da dirigente. Ma il rapporto con Rui Costa va oltre i rispettivi ruoli professionali. C' è stima, rispetto. C' è amicizia. Ecco perché Antognoni soffre vedendo «l' ultimo Rui». Spento, grigio. Confuso. «La verità è che tutti dovrebbero lasciarlo tranquillo. L' attuale modesta classifica della Fiorentina non è certo colpa di Rui Costa». Non è una difesa d' ufficio. Il direttore generale viola parla con la testa e anche con il cuore. «Quando la Fiorentina non rende il primo a "soffrirne" è proprio Rui. Dal punto di vista tattico ed umano. Avete visto come è triste? Come è demoralizzato? Lui vorrebbe una Fiorentina protagonista. Stiamo parlando di un ragazzo dotato di grande sensibilità. Rui Costa, quando è felice, rende il doppio. Ora non sembra felice». Chissà perché una parte della città gli ha voltato le spalle. Lo accusano di non essere un calciatore decisivo come Batistuta. Lo accusano di portare troppo il pallone. Lo accusano di aver mandato via Edmundo. Lo accusano. E lui incassa, chiuso nel suo silenzio. La sua villa, in uno degli angolo più belli di Firenze, è diventata un prezioso rifugio. La moglie, i bambini. Poche amicizie, selezionate. Casa, stadio, casa. Poco altro. Di sicuro niente vita mondana. Per non alimentare altre voci, per non accendere nuove cattiverie. Il problema è come uscire da questo circolo vizioso. Forse bisognerebbe provare a capire perché Rui Costa non rende come in passato. Forse bisognerebbe ricordare i fastidi al ginocchio che hanno fatto saltare per aria tutta la sua preparazione estiva. Forse bisognerebbe cercare di capire se nel modulo tattico della Fiorentina di Giovanni Trapattoni c' è qualcosa che non funziona. Antognoni si sforza di pensare positivo. «Firenze ama i numeri 10 e dai giocatori che indossano la maglia con questo numero pretende sempre il mille per mille. Rui non deve preoccuparsi per qualche critica. Deve andare avanti per la sua strada». È un messaggio al fuoriclasse portoghese. E, forse, anche un appello ai «contestatori». E a giugno cosa succederà? «La società - spiega il direttore generale - è orientata a proporre a Rui Costa l' allungamento del contratto. Noi vogliamo che Rui si leghi a vita alla Fiorentina. Però questo è un tema che deve essere gestito da due persone: il presidente Cecchi Gori e Manuel Rui Costa. Tocca a loro decidere come operare. Comunque non riesco ad immaginare una Fiorentina più forte senza un fuoriclasse come Rui Costa». Difficile dire cosa succederà a fine stagione. O, forse, anche prima. Inter e Parma hanno già offerto «ponti d' oro», come ha ammesso lo stesso Giovanni Trapattoni. Ed in agguato ci sono il Real Madrid, due club inglesi ed il «solito» Benfica. Se i dirigenti viola decidessero di alimentare una vera e propria asta il prezzo del cartellino del numero 10 viola salirebbe alle stelle. Non è una follia ipotizzare cifre intorno ai cinquanta miliardi di lire. Rui Costa, del resto, è ancora giovane e può garantire almeno altri cinque anni ad altissimo livello. La questione verrà esaminata durante le vacanze di Natale. La posizione di Cecchi Gori è stata ribadita a più riprese: i gioielli di famiglia non sono in vendita. E' stato così con Batistuta, con Toldo. E la stessa regola vale anche per il fantasista portoghese. Ma la cosa sorprendente è che lo stesso Rui Costa, nonostante l' atteggiamento ostile di una parte della città (ma non delle curve), ha ribadito anche ieri sera ad un amico fraterno che il suo futuro resta Firenze. E che la sua scommessa, che è anche quella di Batistuta e compagni, è quella di andare avanti in Champions League e di riportare la Fiorentina tra le grandi del calcio italiano. Un sogno? Una sfida? La risposta a primavera. Luca Calamai