Galoppo e sudore, non si molla, non si cede d’un metro. Ci si crede. Fino in fondo. Manuel Pasqual la sua fascia di capitano se l’è meritata a forza di affondi, a furia di correre oltre le capacità polmonari di un cristiano.
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“Zio” Pasqual, grinta e cross
Con la serietà si è conquistato la fascia di capitano, ora…
La sua grinta silenziosa, il suo morso alla corsia di sinistra è la cifra di un giocatore anomalo, di uno che sembra sbucato dagli anni ’50 con il fisico esile e elastico e un listello d’acciaio al posto dell’anima. A Montella piace, per i nuovi arrivati è un punto di riferimento.
E’ uno di quelli che più di tutti crede in questa nuova Fiorentina Pasqual, 30 anni suonati e un soprannome nello spogliatoio, lo “zio”, che certo quando sbarcò a Firenze dall’Arezzo nel 2005, poco più che ragazzino, non avrebbe mai immaginato di potersi guadagnare. Eppure ce l’ha fatta. Non è stata facile la sua ascesa, anzi le flessioni ci sono state eccome. «Non infila più un cross questo..» commentava acido e indispettito il Franchi quando Manuel da San Dona’ di Piave non riusciva a ritrovare le inzuccate dei compagni e, di conseguenza, nemmeno se stesso. E peggiore “pecca” non poteva saltar fuori per uno che il primo anno s’inventava dei traversoni da antologia, calibrati al millimetro, tesi e perfetti come corde di una chitarra. Si è ripreso. Piano piano.
Si è ritrovato, è maturato e ora sembra pronto per il rush finale della carriera, per chiudere con il botto. Ha grinta e piede caldo, ha ritrovato la sua posizione. Copre e attacca, è il giocatore perfetto. E un ragazzo serio. Non è stato a fare tanta pubblicità quando a giugno allo stadio di Musile di Piave ha organizzato l’evento “Manuel Pasqual & Friends”, una partita amichevole per raccogliere offerte da destinare ai terremotati di San Felice sul Panaro. Aveva visto le immagini del disastro in tv e si era attaccato al telefono per fare qualcosa. Perchè è uno che non molla, Pasqual. Con la Juve finchè Tagliavento non si è ficcato i bocca il fischietto ha spinto sulla fascia sinistra come un indemoniato. Lo “zio” c’è e lotta. E’ lui il “grande vecchio” della squadra, è lui che ha visto in diretta il “Toni e fulmini” con il sangue vivo dei 27 anni. Manuel Pasqual è il ponte tra la vecchia Fiorentina e quella nuova. Quello che c’è stato nel mezzo sarebbe meglio che, per incanto, ci passasse di mente.
La Nazione
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