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Photo by Alessandro Sabattini/Getty Images
Nell'edizione odierna di Repubblica Firenze troviamo un pezzo di Stefano Cappellini di cui vi proponiamo alcuni stralci:
"Che c’è di più affascinante di un Monday night sulla laguna di Venezia? Chiamarlo partita del lunedì sera, per cominciare. Ma è il calcio moderno, i giocatori forti li definiscono top player e noi, fino a prova contraria, ne abbiamo ancora uno in squadra: si chiama Dusan Vlahovic. (...) Non credo ci saranno contestazioni al ragazzo, sarebbe solo autolesionismo, ma è chiaro che la situazione è calda, basteranno due o te partite non esaltanti per accendere qualche animo. Il lungo addio, diceva lo scrittore."
"È vero che noi tifosi viola abbiamo ormai la corazza, abbiamo visto partire gente ben più forte e amata di Vlahovic, ma non si riflette abbastanza su quanto questa disillusione del tifoso, che non ha più alcuna aspettativa, attende solo il momento in cui i calciatori di punta faranno valigia, faccia male a tutto il sistema."
"Ma il calcio è passione, totale. Se gliene levi un pezzo all’anno, resta menomato e gli effetti alla lunga si sentono, si vedono, si toccano. Resta la maglia, certo, e quella nessuno potrà mai levarcela."
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