Viviano ha chiesto scusa in tutti i modi. E chi lo conosce sa benissimo che nessuno più di lui ha sofferto in quella maledetta notte romana. La palla oltre le spalle, all’Olimpico, davanti ai duemila viola che avevano raggiunto Roma con un sogno appeso al collo. La rabbia che gli ha scolpito i nervi, dolore acuto, insopportabile. Non peserà troppo al numero uno viola quella sua maglia con il giglio? Lui che se lo è tatuato sulla pelle, anzi sul cuore? E’ impossibile essere profeti in patria? Il dubbio è legittimo anche perché Viviano non è un tifoso all’acqua di rose, non è un tifoso opportunista, di quelli che cambiano bandiera a seconda del momento. Viviano è in tutto e per tutto un tifoso della curva Fiesole. Di quelli che conoscono un solo amore.
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Stadio: Viviano un caso da risolvere
Giocare nella sua squadra del cuore è uno stress, il parere di tre grandi portieri
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