Via Pratese come centro del mondo. Gli amici di sempre che quel mondo lo costruiscono. E Firenze capitale di tutto. Il ‘viola dentro' Emiliano Viviano si è ripreso la porta giusto in tempo per vivere da protagonista una partita diversa dalle altre per i tifosi della Fiorentina. E, di conseguenza, per lui. «Ho chiesto 300 biglietti per il curvino ospiti», scherzava qualche giorno fa il numero 1. Ma fino ad un certo punto. Perché tra parenti ed amici, il seguito allo Juventus Stadium sarà massiccio.
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Viviano, giusto in tempo. La vigilia particolare del portiere
La vita fiorentina di Emiliano e quel precedente positivo in casa Juve
Luoghi cult
Città, Firenze, respirata veramente a tutto tondo. Cresciuto in zona Peretola, primi calci (o meglio prime parate) al Firenze Ovest. Il cui storico presidente, Piero Colzi, è ancora in contatto con Emiliano. Poi la Primavera viola, il fallimento della società, le fortune cercate altrove. Prima del rientro alla base l'estate scorsa. A diventar protagonista ora è la parte relativa a Firenze Sud, per la precisione il Campo di Marte. Quartiere che ospita lo stadio Franchi. Poi c'è il centro, con la scelta di andare a vivere a due passi dal Ponte Vecchio. Panoramica completa quindi: senza dimenticare il luogo culto del passato. La piazzetta davanti alla Casa del Popolo in Via Pratese. Per dirla alla fiorentina «I'circolo Arci accanto ai' Tenax'». Li è cresciuto. Cementando legami e rapporti. E se il relax adesso arriva con una cena al «ViaVai» o una tartare di pesce al ristorante giapponese «Momoyama», gli amici sono rimasti quelli di sempre. Roberto e Matteo.
Dubbi
Il rientro a Firenze sembrava il coronamento di un sogno. Tramutatosi presto in un mezzo incubo. Per colpa di un'etichetta difficile da staccare. Il portiere-tifoso. «Secondo qualcuno sembrava mi facessero un favore a farmi difendere la porta della Fiorentina — ha detto ieri a Mediaset —. Ma ho anche una storia alle spalle». Dopo la gara contro la Roma dello scorso 8 dicembre, una delle peggiori indubbiamente della carriera, Montella decise di puntare su Neto. «Non lo vedo tranquillo» disse di lui il tecnico viola. Contro il Parma, quasi due mesi dopo, si è ripreso la porta: ed ora rappresenterà il suo popolo contro l'avversario, sportivo, di sempre. La Juve. «In questo periodo non bello ho fatto le mie considerazioni. Ma con tutto quello che ho fatto per venire qui era giusto continuare. Montella? Con lui non ci sono problemi». Intanto il precedente felice c'è. 26 febbraio 2011. Quando il suo Bologna vinse in casa della Juve 2-0 con doppio Di Vaio.
Giovanni Sardelli - La Gazzetta dello Sport
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