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Viviano, bentornato a casa

La storia del nuovo portiere viola raccontata dalla Nazione

Redazione VN

«Dirlo adesso sembra presunzione, ma già quando era un ragazzino si vedeva che aveva una marcia in più, fosse solo per quale fisico...». Piero Colzi, il presidente del Firenze Ovest parla con orgoglio di Emiliano Viviano, il neo portiere viola che proprio con i rossoblù di Brozzi ha iniziato la sua carriera. Ma non in porta, «’Perchè io voglio giocare in attacco’ continuava a ripetere a 12 anni — prosegue Colzi -. Era una forza della natura, un bambino più grande della sua età anche dal punto di vista caratteriale». Il campo dell’Ovest è sempre stato il suo parco dei divertimenti e la sua vita, «anche se è nato a Fiesole — continua il presidente - ha sempre vissuto qui e che fosse destinato a giocare in porta era inevitabile». Il perchè lo svela lo stesso Colzi: «Sono stato l’allenatore di suo papà quando difendeva la porta del Brozzi. Ma ’Emi’ ha indossato i guanti quasi per caso. Mancava il portiere titolare per un raffreddore e l’allenatore scelse Viviano per sostituirlo. Da quel momento non è più uscito». Tutta la trafila delle giovanili con grandi prestazioni tanto da meritarsi l’attenzione della Fiorentina di Cecchi Gori che lo prese, ma pagò alla società solo la prima delle dieci rate. E con il fallimento della squadra tornò all’Ovest, con il cuore doppiamente triste. L’Inter si interessò a lui - corsi e ricorsi storici - «eppure - ricorda Colzi - Sandro Mazzola, incontrato a Coverciano, non era convinto e l’appuntamento con i nerazzurri fu rimandato». Si fece avanti il Brescia di Corioni, «su suggerimento del figlio di Orlandini - prosegue il numero 1 dell’Ovest - e da quel momento è iniziata la sua carriera. Sono contento (ride, ndr) perchè la mia intuizione era giusta, anche se c’era qualcuno che non ci credeva».

L’affetto per la maglia rossoblù continua anche adesso, così come il legame con il presidente che racconta anche un aneddoto: «Ha fatto guadagnare alla società anche il Premio alla carriera (la federazione lo riconosce alle società di settore giovanile per la formazione di un calciatore che fa il suo esordio in nazionale, ndr) alla sua prima presenza azzurra, con l’Under 21 di Gentile. Un esordio avvenuto per caso, con l’infortunio in avvio di gara di Turci. Insomma, anche lontano da Firenze ha sempre dato una mano». Un legame con la città indissolubile, come quello con la sua amata Viola. E non stiamo parlando solo della sua splendida bambina, perchè vuoi mettere l’emozione di parare sotto la Fiesole...

Giampaolo Marchini - La Nazione