La Nazione: Viola stanchi, il pareggio ci può stare

Due stanche cercano di farsi male senza averne la forza e il pareggio senza gol è il risultato logico, probabilmente l’unico possibile, nonostante l’innesco teorico degli attaccanti nella parte finale del match. La Fiorentina ottiene probabilmente il massimo con una delle sue esibizioni meno brillanti, con tanti giocatori chiamati al superuso di fibre muscolari, esattamente come la Lazio impegnata tre giorni fa in Europa League. Buona fra i viola la prova di Neto, assistito da una difesa attenta (il reparto migliore di una squadra senza idee particolarmente brillanti). Il punto a Roma - in casa di una squadra che aveva sempre vinto all'Olimpico - non deve essere disprezzato anche se la Fiorentina non riesce quasi mai a mettere in mostra la parte migliore di se stessa.

Eppure Montella non rinuncia al centrocampo titolare e lo schiera tutto con Borja più alto a fare da raccordo con Rossi, un 3-5-1-1 che in partenza lascia fuori Joaquin. Tante le assenze e anche la Lazio si mescola lasciando la baby-pertica Perea a fare il centravanti, avanzandolo rispetto al gruppone dei centrocampisti pronti all'inserimento. Più o meno la stessa idea della Fiorentina, che ha Rossi come punto di riferimento. Partita molto tattica, il più felice di tutti forse è Borja che zampetta fra le linee, mentre Rossi parte piano, come per innescare con giudizio l’entusiasmo per la convocazione in Nazionale dopo due anni. L’obiettivo di entrambe le squadre - lo si capisce da come i giocatori si scambiano di posto- è quello di non dare punti di riferimento: e in questo magma umano luccica pochissimo il bel gioco, anche perché Lazio e Fiorentina arrivano da due trasferte in Europa League e puntano soprattutto sul mestiere per uscire trovare l’idea buona.

Angelo Giorgetti - La Nazione