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Viola senza smoking ma con l’abito liso

Bisognava confidare in Gomez, numero 33, o meglio in Mario Garcia Gomez, detto fino in fondo per non sminuirlo. Bisognava anche, è bene insistere, che la Fiorentina si mettese d’accordo con …

Redazione VN

Bisognava confidare in Gomez, numero 33, o meglio in Mario Garcia Gomez, detto fino in fondo per non sminuirlo. Bisognava anche, è bene insistere, che la Fiorentina si mettese d'accordo con se stessa dopo il bello (e il buono) fatto vedere contro l'Udinese e il meno bello, eccetera, contro la Sampdoria. Alla vigilia della gara Pizarro era stato chiaro con questa frase: bisogna andare in campo senza indossare lo smoking. E allora avanti in tenuta da lavoro, aggiungiamo noi, maligni.

Risultato? Né smoking né tuta, ma un completo da mezza stagione, un po' liso. Converrà ricordare che la Fiorentina si presentava con tutte vittorie, e un totale di sette gol all'attivo e nessuno al passivo. Tutto cambiato. Per dire la verità la Viola ha richiato subito, ma Facundo Pereyra ha fallito davanti al portiere. Anche Gomez ha avuto non una, ma almeno due occasioni da gol. Detto in termini non esattamente tecnici non ha segnato, questo è vero, ma c'è mancato poco. Era interessante vedere in campo Marin, il tedesco, giocatore con larghissima esperienza internazionale, è stato infatti nel Borussia di Moen chen (eccetera eccetera), nel Werder Brema, nel Chelsea e nel Siviglia. E' dell'89. Dell'Europa sa proprio tutto. A conti fatti, viva Gomez e avanti così, o meglio con una totale condizione fisica da partita. Tutto e subito sarebbe assurdo chiederlo. Gomez si avvicina a essere esattamente lui. Conta questo. Era quasi dimenticato, vero? E il quasi è forse un di più. Viva anche a Pasqual, capitano, con quel bellissimo gol.

Giampiero Masieri - La Nazione