Vidal gioca con il cuore, e quando fa gol lo disegna con le mani, l’altro non esce mai dal campo, 23 su 23 in campionato, e per modello ha Obama. Già, il presidente degli Stati Uniti: «Vorrei essere lui», ha dichiarato qualche tempo fa Borja Valero. Spagnolo che accende il cervello in campo, e non lo spegne quando esce dal terreno di gioco. In Spagna è un modello di uomo, oltre che di giocatore. Dopo che attraverso Twitter aveva solidarizzato con un centinaio di giornalisti del quotidiano iberico El Pais a rischio licenziamento.
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Vidal-Borja, la fabbrica del gol
Sabato sarà sfida anche tra i due interni, fondamentali per le loro squadre
LA SPECIALITA’ Ruolo che però interpretano con differenti peculiarità. Vidal, l’uomo che in campo incarna il senso di Conte per il calcio, è un martello sugli avversari, l’uncino che strappa il pallone dai piedi degli avversari e riparte. E più dello spagnolo ha la propensione al gol. Che trova con discreta facilità (5, fin qui, le sue reti in campionato), grazie a un tiro potente e preciso da fuori area. Borja Valero, invece, ha caratteristiche più da regista. Nella Fiorentina gioca spesso sulla sinistra della mediana per lasciare spazio a un regista classico qual è Pizarro. Sia Borja Valero (8 palloni serviti ai compagni e tradotti in rete), che Vidal (6 i passaggi che hanno portato a gol della Juve, in compenso in 11 occasioni è stato protagonista di azioni che hanno portato a una rete bianconera), vantano numeri da primi della classe.
ALONSO TIFA JUVE Ed è proprio attraverso gli occhi del regista che Borja Valero è rimasto impressionato dalla qualità di Pirlo : «E’ stato incredibile vederlo giocare da vicino», aveva detto lo spagnolo dopo la gara del Franchi. Intanto avversari, nella gara di sabato, saranno anche i figli dei due campioni. Quello di Vidal ha un nome evocativo, in casa Fiat: il figlio del cileno si chiama infatti Alonso . Già, proprio come il pilota spagnolo chiamato a dare lustro all’altro gioiello di famiglia. La Ferrari, ovviamente. L’ex del Villarreal e sua moglie hanno invece optato per Alvaro. Nome che di per sé non desta alcuna curiosità. Che invece si annida, riferendosi al bimbo di casa Borja Valero, nella capacità che Alvaro ha di cantare, impastando italiano, spagnolo e il vocabolario individuale proprio di chi ancora non va a scuola, l’inno della Fiorentina.
Tuttosport
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