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Via al Risiko Mondiale: come evitare caldo e viaggi

Un miliardo e 870 milioni di persone giocheranno il prossimo mondiale. Sono gli abitanti del pianeta (il 26,75%) rappresentati dalle nazionali qualificate per il Brasile. In campo sei continenti e …

Redazione VN

Un miliardo e 870 milioni di persone giocheranno il prossimo mondiale. Sono gli abitanti del pianeta (il 26,75%) rappresentati dalle nazionali qualificate per il Brasile. In campo sei continenti e cinque confederazioni (l’Australia dal 2006 ha la cittadinanza calcistica asiatica). C’è il Brasile dei record: 20 partecipazioni su 20, 5 titoli vinti. Seguono Italia e Germania con 18 presenze. Otto novità rispetto al Sudafrica. Come nel 2010, una sola debuttante, la Bosnia- Erzegovina. E una squadra araba, l’Algeria, che piange 12 morti e conta 243 feriti nei festeggiamenti dopo la vittoria sul Burkina Faso. In Croazia, invece, bufera e rischio squalifica sul difensore Simunic: dopo la qualificazione ha infiammato lo stadio col grido di battaglia delle truppe filonaziste nella Seconda guerra mondiale.

I 32 destini si incroceranno nelle urne di Costa do Sauipe, il 6 dicembre. Per gli azzurri, presenti il capo delegazione Albertini, il ct Prandelli col vice Pin, il segretario Vladovich. Spogliata del suo blasone, precipitata dal 4° al 9° posto nel ranking, l’Italia non sarà testa di serie: era successo nel ’78 (trovò Argentina, Francia e Ungheria). L’onore spetta al Brasile ospitante (11° nel ranking) e alle prime 7 del mondo: Spagna, Germania, Argentina, Colombia, Belgio, Uruguay e Svizzera. Vecchia e nuova nobiltà: criterio discutibile, ma funzione matematica dei risultati recenti. Per le altre urne, la Fifa dispone laconicamente che siano composte «secondo criteri geografici e sportivi». In Sudafrica, nella seconda insalatiera c’erano Asia, Centroamerica e Oceania, nella terza Africa e Sudamerica, nella quarta l’Europa.Adesso, le europee di seconda fascia sono 9, un’urna sola non basta: una squadra, a rigor di ranking la Francia, diventerà la pallina avvelenata. Non essendo possibile un girone con tre formazioni Uefa, iBleushanno elevate probabilità di prendere Brasile o Argentina. E in quel gruppo può finire l’Italia. Un girone da incubo sarebbe Brasile, Italia, Usa e Francia. Uno morbido con Svizzera,Iran e Algeria. «Ma una big l’avremmo incrociata comunque — osserva Demetrio Albertini — quello che conta è il valore delle altre due. Meglio trovare squadre che puntano ad arrivare in fondo, con una preparazione atletica simile alla nostra. La differenza rilevante del non essere testa di serie è che avremo maggiori disagi negli spostamenti. Vorremmo evitare di giocare a Manaus». Più di Neymar e Messi, gli azzurri sono preoccupati dell’organizzazione. Albertini ci lavora da mesi: «L’appello dei giocatori a modificare l’orario di inizio è rimasto inascoltato, giocheremo almeno una gara all’una. Chiederò alla Fifa chevenga garantito il miglior supporto tecnico, logistico e medico per salvaguardare le condizioni dei giocatori e lo spettacolo in campo. Un’ora in più o in meno, un trasferimento in ritardo, l’adeguatezza di una struttura, sono dettagli che possono cambiare il Mondiale. Per esempio, oltre a facilitare la sospensione delle gare nei momenti più caldi, è necessario che tutti i raccattapalle abbiano borracce per i giocatori. Io ricordo bene le fatiche di Usa ’94, sarà un inferno anche peggiore». L’Italia ha opzionato il ritiro di Mangaratiba, ma aspetta ancora di ottenere la disponibilità del vicino aeroporto militare di Santa Cruz. L’Inghilterra alloggerà nel centro di Rio, l’Olanda a Ipanema, Russia e Germania meditano. La grande partita di Risiko è già cominciata.

La Repubblica