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Ventenni in Serie A? Solo con l’esperienza. Bernardeschi…

Danilo Cataldi sarà molto probabilmente in campo stasera, titolare nella finale di Coppa Italia con la maglia della Lazio. Nessuna sorpresa, ormai il giovane centrocampista si è ritagliato uno spazio …

Redazione VN

Danilo Cataldi sarà molto probabilmente in campo stasera, titolare nella finale di Coppa Italia con la maglia della Lazio. Nessuna sorpresa, ormai il giovane centrocampista si è ritagliato uno spazio importante nelle rotazioni di Pioli. Tanto che quasi ci si dimentica che ha appena 20 anni. Il numero 32 laziale è tuttavia una delle poche eccezioni in un campionato che - a dispetto delle proposte, delle dichiarazioni d’intenti, della buona volontà - fa ancora fatica a dare spazio ai giovani italiani.

TITOLARI? POCHI Abbiamo preso in considerazione i ragazzi nati dal 1o gennaio 1994, formalmente Under 21 come età (la Nazionale invece considera il biennio, quindi all’Europeo giocheranno anche i nati nel 1992, anno di nascita del tedesco Mario Götze che ha già deciso un Mondiale...). Bene, finora la stagione 2014-15 ha visto il debutto in A di 21 giovani. Depurato però dagli scampoli di partita regalati a qualche ragazzo, le cifre si riducono in modo sensibile. Restringendo il calcolo su chi ha totalizzato almeno due partite da titolare o centottanta minuti complessivi giocati, a Cataldi fanno compagnia soltanto altri otto ragazzi: il portiere Cragno (Cagliari, ’94), Valzania (Cesena, ’96), Rugani (’94), Bernardeschi (Fiorentina, ’94), Mandragora (Genoa, addirittura ’97, Gasperini gli regalò il debutto contro la Juve e fece un partitone), Mattiello (Juve e Chievo, ’95, peccato si sia infortunato),il portiere Gollini (Verona, ’95), Verde (Roma, ’96), Fontanesi (Sassuolo, ’96). Hanno messo insieme solo la gioia del debutto o poco più Grassi (Atalanta), Barella (Cagliari), Moncini e Dal Monte (Cesena), Somma (Empoli), Vitale (Juventus), Felicioli (Milan), Luperto (Napoli), Bentivegna e La Gumina (Palermo), Pellegrini (Roma). In realtà, l’unico altro titolare fisso in A oltre a Cataldi è il sorprendente difensore dell’Empoli Daniele Rugani. E forse non è un caso che l’elegante centrale di Sarri arrivasse già da una stagione giocata interamente in B, come del resto lo stesso Cataldi, Bernardeschi (ex compagno del laziale a Crotone) e Cragno (a Brescia). Tradotto: un campionato «probante», competitivo, con i «grandi», aiuta l’inserimento a un livello più alto.

ALL’ESTERO All’estero le cifre annuali sono un po’ diverse. L’Inghilterra e la Spagna hanno fatto esordire meno Under 21 delle italiane (11). Ma Van Gaal ha avuto il coraggio di proporre i giovani McNair e Blackett nel miliardario Manchester United) e comunque a livello di nazionale gli inglesi hanno problemi più grossi dell’Italia. E in Spagna a 21 anni si è già quasi «vecchi», come in Francia o in Germania, dove hanno numeri pazzeschi: 22 esordienti in Ligue 1, 24 in Bundesliga, dove uno come il classe ’95 Max Meyer ha 50 presenze in campionato e non è un’eccezione. Ma anche da noi non è tutto nero. Magari giocano in pochi, ma quando «arrivano» si tratta spesso di diamanti veri. Aggiungiamo Cataldi e Rugani ad altri ventenni come Berardi, José Mauri, Romagnoli, Bonazzoli o Benassi - che hanno debuttato prima di quest’anno - o addirittura al ventitreenne Verratti, che non ha mai esordito in A preferendo cominciare direttamente dalla Champions - ed ecco che il futuro dell’Italia non è poi così male.

Alex Frosio - La Gazzetta dello Sport