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Vecino: “Siamo da Scudetto. Voglio dimostrare chi sono a Firenze”

Il centrocampista della Fiorentina si racconta in una lunga intervista

Redazione VN

Matias Vecino ha rilasciato un'intervista esclusiva ad Alessandro Rialti per Il Corriere dello Sport. Vi proponiamo i passaggi principali, l'articolo completo potete trovarlo nel quotidiano oggi in edicola:

Ci racconti prima di tutto la sua storia.

«Sono nato a Montevideo anche se sono originario di Canelones, una cittadina di alcune migliaia di abitanti. Quando ho perso mio padre Mario avevo 12 anni, lui lavorava in un’azienda che commerciava latte. Mamma Dolly è una professoressa di inglese, ho una sorella di 25 anni e un fratello di 12 che, a differenza di me, non è appassionato di calcio».

La sua famiglia è di origini molisane, di Torella del Sannio, quindi lui ha doppio passaporto. Pensa mai alla possibilità di vestire la maglia azzurra?

«Vivo in Italia solo da tre anni, qui sono molto cresciuto come uomo e come giocatore. Ma io mi sento uruguayano».

Chi l’ha scoperta e portata a Firenze?

«Il direttore Pradè. Giocavo nel Nacional, lui venne in Uruguay, mi incontrò, mi parlò della Fiorentina e io dissi di sì firmando fino al 2018 e sapendo che stavo compiendo un passo importante per la mia vita e la mia carriera».

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Per lei Sarri cosa rappresenta?

«Una persona molto speciale, mi ha insegnato tantissimo, parlavamo di tutto. Oddio (sorride, ndr), talvolta ti faceva anche soffrire perché ti diceva tutto in faccia, senza nasconderti nulla. Alla fine però ti rendevi conto che lo faceva solo per il tuo bene e che tutto questo ti aiutava a crescere».

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Ha dato qualche ‘dritta’ a Paulo Sousa su come fermare domenica l’Empoli?

«Il nostro allenatore sa per primo che affronteremo una squadra che al di là di certe cessioni gioca a memoria, con uno stile molto simile a quello della passata stagione. E questo è uno dei suoi punti di forza, purtroppo non l’unico».

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Vero che Paulo Sousa, al di là dei suoi meriti di allenatore, è anche un grande motivatore?

«Vero. Fin dal primo giorno ci ha trasmesso la giusta mentalità, ovvero che possiamo lottare e giocarcela con tutti, anche con quei club che possono avere qualcosa più di noi. Ci parla molto soprattutto prima della partita».

Qual è il segreto di questa Fiorentina capolista?

«Siamo una squadra che ha le idee chiare, solida, concreta, che fa un possesso palla non per addormentare le gare ma, attraverso le verticalizzazioni, per far male agli avversari. Eppoi sappiamo gestire bene i match».

Davanti alla parola ‘scudetto’ come reagisce?

«Rispondo così: quando si sogna è bello farlo in grande. Finora è andata bene, da qui alla fine la battaglia sarà durissima, ma come ci ripete di continuo Sousa siamo pronti e stiamo dimostrando di saper combattere. Senza guardare troppo avanti, procedendo passo dopo passo».

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Firmerebbe alla fine anche per un posto in Champions?

«Prima anche i nostri tifosi lo avrebbero fatto, ora non so».