Esattamente un anno fa tutti eravamo ormai senza parole davanti a quello strappo che lentamente aveva portato la Fiorentina da una parte e la sua gente dall’altra ad aspettare che accadesse qualcosa. Noi abbiamo sempre pensato che, in fondo, i fiorentini, per quanto esigenti e a volte un bel po’ faziosi, avessero solo voglia di ritrovare dentro quelle maglie un po’ di cuore e di divertimento. Entusiasmo, insomma. Quella energia che scorre e si trasmette. La fonte di tutti gli stati d’animo che vibrano nell’anima del tifoso. Nessuno invocava lo scudetto. Tutti, però, chiedevano sentimento. Ecco, sì: la parola è sentimento. Perché questo ritorno in Europa non è solo figlio del gioco. C’è qualcosa di nuovo che abbiamo ritrovato insieme lungo questi mesi di fuochi d’artificio. Ci sono anche dei valori umani in ballo. Per esempio, calciatori con cui finalmente tornare a immedesimarsi, protagonisti in campo ma anche nella fantasia della gente. Prendete Borja Valero. Quante cose rappresenta questo ragazzo dai piedi buoni e dal cuore immenso. Borja è un generoso, un altruista. E uno coraggioso. Un ragazzo che ha frugato tra le strade della sua nuova terra con lo spirito del turista innamorato. Borja e la sua famiglia. Gente normale, gentile. Vera.
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Una squadra dove ognuno trova qualcosa di sé
L’incipit dell’articolo di Benedetto Ferrara
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