Più di quindici firme per zittire il grande accusatore Filippo Carobbio e salvare Antonio Conte dalle beghe del calcioscommesse. Nel giorno dell'audizione in Procura Figc del tecnico bianconero, il piatto forte della difesa è la raccolta dei giuramenti, un intero spogliatoio che ha messo per iscritto quanto false e tendenziose siano state le rivelazioni del pentito nel riportare gli accadimenti della famosa riunione tecnica tenuta dall'allora allenatore del Siena poco prima della partita col Novara. Parole dette in maniera strumentale da Carobbio, obbligato a straparlare per ottenere lo sconto nel processo, il dubbio che gli avvocati di Conte sperano di insinuare.
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Una raccolta di firme per salvare Conte
Più di quindici firme per zittire il grande accusatore Filippo Carobbio e salvare Antonio Conte dalle beghe del calcioscommesse. Nel giorno dell’audizione in Procura Figc del tecnico bianconero, il piatto …
La tattica del giuramento collettivo può pagare, la storia del Pescara ne è la testimonianza più recente, e il pool di avvocati che ieri ha seguito Conte a Roma ha mobilitato tutti gli ex-Siena verso cui il tecnico pronunciò le frasi incriminate. Di strategia si è discusso ieri in serata nel summit in un ufficio legale del centro. Che cosa e come riferire, le possibili domande dei federali, i punti di forza e anche le tattiche da scartare. Tra queste ultime, il riferimento all'acredine personale di Carobbio nei confronti di Conte. I criteri della Procura sono spiegati nei primi deferimenti di Palazzi, che considera «credibili» i pentiti e scevre di «acredine personale», le loro versioni. Di lì non si passa.
Solo ieri si è arrivati a fare delle scelte precise, ma il materiale dell'indagine difensiva ha cominciato a prendere corpo il giorno stesso della perquisizione in casa Conte, il 28 maggio. Tanti elementi raccolti, dallo studio dei verbali ai tracciati telefonici alle testimonianze degli screzi tra la signora Carobbio e la signora Conte. La partita è aperta e si gioca su due campi: la riunione tecnica col Novara e il presunto pari concordato con l'AlbinoLeffe, un accordo, dice Carobbio, di cui al Siena sapevano tutti.
Ieri, infatti, è stato ascoltato Massimo Mezzaroma: «Ho chiarito tutto, ma non c'è niente da commentare», ha detto il presidente del Siena dopo le quasi due ore di interrogatorio. I federali non sono rimasti soddisfatti della sua deposizione, considerato che su di lui convergono i racconti de relato di Carobbio e di Gervasoni, si aspettavano una difesa più circostanziata della smentita totale. Ma per la responsabilità diretta e la retrocessione del club serve la pistola fumante, i pentiti potrebbero non bastare.
Corriere della Sera
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