Una notte per soddisfare la fame di finale

Quando sei affamato per davvero funziona che quella fame diventa adrenalina, reazione, diventa un balzo feroce, diventa quell’incredibile non arrendersi mai. E la Fiorentina di fame ne ha tanta. Lo capisci perché se prende uno schiaffo rialza la testa subito, guarda avanti, punta il suo obiettivo e ricomincia la sua corsa. E’ una lotta continua: contro gli avversari sul campo, i concorrenti in classifica, la sfortuna, la stanchezza e un calendario fitto a rischio sfinimento. Ma la fame è fame. E se in campionato la Fiorentina corrosa dagli infortuni ritrova la vittoria con irruenza e concretezza, adesso le teste e i cuori di tutti corrono verso la notte di Coppa. Andrea Della Valle vuole quella finale. Perché se la Fiorentina ha tutta questa fame una ragione c’è: lo stomaco è clamorosamente vuoto. Dodici anni senza vincere nulla. Non solo: la squadra dei Della Valle non è mai neanche riuscita a prendersi una finale.

E’ arrivata vicinissima due volte: nel 2008 e nel 2010. In Europa League e in Coppa Italia. Sogni, speranze e finali malinconici per partite color grigio delusione. Soprattutto in Europa. Perché a Glasgow era finita 0-0. E perché quella Fiorentina era roba forte e quel torneo era stato vissuto col cuore a mille, spostando i tifosi e le loro emozioni sulle strade che portavano dentro esperienze di calcio spettacolare e a volte sofferto, come quella sfida da brividi sul campo dell’Everton, roba vietata ai cardiopatici. Una avventura lunghissima, perché l’Europa League è così, se provi a godertela davvero. Poi però arrivano i rigori. E una zappata che va alle stelle. Addio finale. Mentre qualche risatina di troppo non viene digerita nello spogliatoio, quello che saluta Vieri, che da quel momento non tornerà più. Perché Ufo parla poco e perdona ancora meno. Che peccato, però, per quella finale sfiorata, che ai Della Valle e ai tifosi restò qui, parcheggiata di sbieco nello stomaco. Più prevedibile la delusione del 2010, quella di Coppa Italia. La Fiorentina è in fase calante. I giocatori hanno già mollato.

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