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Una Fiorentina stanchissima

La squadra viola risente dei tanti impegni e dell’assenza di Borja Valero

Redazione VN

E’ stato lungo il viaggio da WN (Wanda Nara) a WM (Walter Mazzarri), ma alla fine Maurito Icardi è sbarcato e, il giorno dopo San Valentino, ha regalato all’Inter una vittoria al bacio, importantissima per la classifica e per il morale. Ora il quarto posto della Fiorentina dista solo 5 punti. Mazzarri ha interrotto l’emorragia di 5 sconfitte in trasferta e dato continuità alla vittoria sul Sassuolo.

La stanchissima Fiorentina, neo-finalista di Coppa Italia, attesa dall’Europa League, ha dimostrato che vantaggio siano le settimane vuote, per recuperare e allenare. Mazzarri potrà sfruttarle per rincorrere il quarto posto, traguardo minimo stagionale.

Segnali di Inter L’Inter non ha risolto tutti i problemi. Dopo un buon primo tempo (vantaggio di Palacio), si è fatta rimontare (Cuadrado) e schiacciare dalla orgogliosa Fiorentina, prima di trovare il gol partita di Icardi, in fuorigioco. Però i segnali incoraggianti sono parecchi. Riguardate il primo gol: c’è Nagatomo che crossa per Jonathan. (...)

Manca Borja Sotto gli occhi del futuro premier, Matteo Renzi, e dei Della Valle, la Fiorentina è apparsa stanca, come l’aveva disegnata Montella alla vigilia. Se in un anno e mezzo ha vinto una volta sola senza Borja Valero in campo, una ragione ci sarà. Lo spagnolo è molto più che un faro, è un fattore che fa giocare meglio tutti. La Fiorentina senza Borja è come un peluche senza pile: puoi tenerlo in braccio, ma non parla e non si muove. Il ritorno di SuperMario Gomez dopo 5 mesi è la dolce consolazione. La sorpresa della serata è la rinuncia a Matri e a una punta di ruolo. Più che una scelta tattica, sembra l’ammissione dell’emergenza atletica. Montella ha cercato di intercettare il down con due attaccanti di movimento, Joaquin e Ilicic, chiamati a soccorrere la mediana, come fanno puntualmente anche Cuadrado e Vargas che si alzano con grande prudenza. In due parole: sopravvivere con la densità, cercando di attaccare in velocità i tre centraloni di Mazzarri e di metterli in difficoltà togliendo il punto di riferimento centrale.

Non è Milito (...) Al 34’ arriva il meritato vantaggio grazie a un’altra illuminata idea in verticale di Guarin che riporta al gol Palacio. Il colombiano, quello già venduto alla Juve, è stato il migliore della prima metà.

Decide Icardi Il gol di Palacio ribadisce la serata affannata dei viola. E’ Cuadrado a perdere la palla al limite dell’area nerazzurra e la Fiorentina non ha le forze per rincorrere e fermare la ripartenza letale dell’Inter. Cuadrado, tante volte eroe, per un volta sta dalla parte della colpa. Stanco anche lui, per tutto il tempo ha subìto Nagatomo più che inquietarlo. Il gol del pareggio del colombiano al primo giro di lancetta della ripresa, con la complicità di Handanovic, sembra la stampella lanciata da Enrico Toti. Poi il colombiano, stremato, perde Nagatomo che assiste il raddoppio di Icardi (20’) ed esce per infortunio da fatica. Come Rodriguez, che avrebbe opposto ben altra opposizione a Icardi rispetto al subentrato Tomovic. Orgogliosa oltre la sofferenza, la Fiorentina ha messo all’angolo l’Inter per i primi venti minuti della ripresa e ha sfiorato il 2-2 all’ultimo respiro con Matri, che ha affiancato il ritrovato Gomez nell’assalto finale. Al fischio finale, Mazzarri stringe i pugni per la gioia e incrocia volentieri Montella. Merito di Mauro Icardi, uno che si è ritrovato in casa.

La Gazzetta dello Sport