Ilicic è risorto. E alla grande. Una rete, un’azione vincente avviata con piedi e cervello, la sensazione (finalmente), che la sua testa e i suoi piedi viaggino in sincrono con quelli del resto del gruppo. Bene lui, benissimo Cuadrado, protagonista assoluto di questa nona vittoria della Fiorentina in trasferta. Un numero, questo, che vale solo applausi, anche se le cinque sconfitte casalinghe smorzano leggermente gli entusiasmi.
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Un super Cuadrado, Joaquin…
L’incipit dell’articolo di Benedetto Ferrara
Ma la verità è che questa partita di Bologna era la preview della finale che ci gira nello stomaco da più di due mesi. Non è una questione solo di uomini, visto che il pezzo meglio, Cuadrado, purtroppo mancherà. C’è un modulo ormai acquisito (4-3-1-2), c’è una squadra che ha vissuto una stagione intensa e complicata. E la testa è sempre viva, come la voglia e la capacità di fare gioco e di cercare il gol. E’ naturale ricordare che la difesa del Napoli non è quella del Bologna, anche se non è certo quella il punto forte della squadra di Benitez (che non ha la difesa di Garcia, per intenderci). Ma questo Bologna non era il Verona di fine stagione. Questa per loro era una partita vera, perché quando ti giochi la pelle ci sta che la distanza tecnica si accorci e di tanto. Invece Pizarro e gli altri hanno dominato la partita dall’inizio alla fine. Lo hanno fatto con leggerezza e perfino divertendosi. Il che è un bel segnale, perché vuole dire che gli alti e bassi dell’ultimo periodo e gli impegni forzati di inizio primavera, ci consegnano comunque una squadra integra mentalmente e con le giuste risorse energetiche. E’ chiaro che l’assenza di Cuadrado è un colpo al cuore.
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