Niente punte ma molto cuore. La Fiorentina gioca una partita surreale contro la tristissima Inter, squadra di pensionati arricchiti poco affamatie decisamente fortunati a uscir fuori dal Franchi con un punto. Non che la Fiorentina abbia fatto chissà cosa. Però l'unica occasione di una sfida fatta di due tiri in porta sicuramente è sua: Ljajic calcia il rigore (male) e addio colpaccio. D'altra parte che la Fiorentina abbia problemi a fare gol è cosa nota. Senza Jo Jo, poi, il gioco è quasi impossibile. ÈCHIARO che buttare via due punti così rovina il senso di un pareggio che alla vigilia avrebbe accontentato tanti. La premesse erano pessime: Inter in ripresa e in piena corsa Champions, Fiorentina con un attacco immaginifico, con un tornante a fare il centravantie un ragazzino leggeroa dribblare il vento, se stesso e ogni tanto gli avversari. Nasce così una partita che è fantascienza. Di quella pesa. L'Inter sembra una squadra senza obiettivi, la Fiorentina lancia palloni alti per Cerci che, con le spalle alla porta, sembra Bruce Chatwin quando alla fine del mondo si chiedeva stupito "Io che ci faccio qui?".
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Un po’ di fuoco per provare a farcela
Niente punte ma molto cuore. La Fiorentina gioca una partita surreale contro la tristissima Inter, squadra di pensionati arricchiti poco affamatie decisamente fortunati a uscir fuori dal Franchi con un …
Piano piano però i giocatori di Delio Rossi devono aver capito che questa Inter non è poi così travolgente. Un po' di coraggio e qualche buona idea (perfino una bella giocata di Ljajic). Certo, peccato per quel rigore. Ora è anche facile dire che forse Rossi poteva mandare sul dischetto un giocatore più freddo e con più personalità. E non il trasparente serbo, 6,5 milioni spesi per l'annunciato Kakà dei Balcani (così fu presentato). Beh, inutile infierire. Magari la lezione al ragazzino servirà. O magari anche no. Chissà. Fatto sta che adesso il patimento continua, anche se questo punto preso non è leggerissimo, visto quello che sta capitando al Genoa. A proposito, i fatti di Marassi ci spingono a pensare un paio di cose. La prima: che assistere a certe scene è comunque triste. La seconda: pur riservandoci sempre il diritto di sottolineare eventuali errori di percorso degli attuali proprietari della Fiorentina (o i meriti, ovvio, quando ci sono), ci piace anche ricordare che ci poteva capitare uno come Preziosi, il che in qualche modo ci fa stare più sereni.
Almeno in teoria. Se non altro qui sembra che abbiano capito la gravità di certe sviste commesse nella gestione tecnica complessiva e anche di una clamorosa lentezza nei tempi di reazione. Ora Adv continua a ripetere che a fine campionato ci saranno novità clamorose. Era l'ora, ci viene da dire. Solo che da qui ad allora siamo costretti a fare conti e calcoli guardando quella tristissima classifica, dove per un Genoa che crolla e un Cagliari a rischio crisi di nervi, c'è un Lecce che non solo sembra un'altra squadra e viaggia in classifica con una media punti da Champions, ma in più riesce sempre a rimettersi in corsa a un passo dalla fine. A Catania aveva ribaltato tutto nei minuti finali, a Roma ha preso un punto grazie a un gol di Bojinov, il vero straordinario colpo messo a segno da Corvino nel giorno i cui riuscì a vendere il suo cartellino ai Della valle Bros. Beh, strani giri del destino.
Quello che è certo è che la Fiorentina un po' di fuoco dentro ancora ce l'ha. Niente di pazzesco, ma almeno la voglia di salvare la pelle c'è. Adesso tra Roma e Bergamo arrivano subito altre due partite da cui tirare fuori qualche punto. Da queste parti diciamo: è un patire. Speriamo almeno che in futuro non sia più così.
Benedetto Ferrara - La Repubblica
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