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Un Pizarro alla De Sisti

Sarà meglio  girare subito intorno alla delusione per questo pareggio, sul come e sul perchè, poi si comincia.  Allora ecco un evviva a Facundo, nel senso di Roncaglia, un gol, …

Redazione VN

Sarà meglio  girare subito intorno alla delusione per questo pareggio, sul come e sul perchè, poi si comincia. 

Allora ecco un evviva a Facundo, nel senso di Roncaglia, un gol, un palo. Piace così tanto ai tifosi viola questo nuovo acquisto che ormai lo chiamano semplicemente col nome di battesimo. Nell’evviva in suo onore c’è tuttavia quel fallo per il primo dei due calci di rigore del Parma, ma non il gol. Poi il resto, e i tre punti volati via.

Ieri l’italiano lo parlavano in due, nella formazione iniziale della Fiorentina, Viviano e Cassani. Tutti gli altri, qualche parola e basta e magari anche qualche parolaccia. Gli altri per dire Haris Seferovic, svizzero di origini bosniache, Tomovic il serbo e l’intera colonia sudamericana alla quale si è aggiunto Matias Fernandez, detto Mati, nato a Buenos Aires da madre argentina e padre cileno. Subito in panchina Cristian Ezequiel Llama, argentino.

Chi scegliere tra i protagonisti positivi? Puntiamo su Pizarro, e per dirlo fino in fondo David Marcelo Pizarro Cortès, nato a Valparaiso e che ormai calcio italiano lo conosce benissimo. 

Giorni fa Picchio De Sisti ha detto di rivedere se stesso in Pizarro. 

Gioco costante e misurato, passaggi non rischiosi, ma sempre sicuri, senso del gioco, come dicono gli esperti, e in una parola personalità.

Se insomma questo giudizio arriva da De Sisti, vuol dire che ci siano, e non c’è dubbio che di un regista c’era assoluro bisogno tra i viola.

Nella sua nazionale Pizarro ha giocato trentasei partite. E’ stato anche nel Manchester City. A traformarlo in regista ha contribuito anche Spalletti.

Dire infine che se avesse fatto tre punti a Parma la Fiorentina sarebbe ora molto serena, in attesa della Juventus. Non dimentichi, in ogni modo, che c’è un forte ritorno di simpatia da parte dei tifosi, e questo è perfino più importante di tre punti.

Giampiero Masieri - La Nazione