La Fiorentina attraversa un momento delicatissimo: lo fa muovendosi tra il campo, l’infermeria e il mercato. Lo fa con volontà e pazienza. E, soprattutto, facendo a cazzotti con la sfortuna, la vera avversaria di questa stagione maledetta. A Torino va tutto secondo logica. La squadra fa la sua partita: difesa perfetta, voglia di gioco sempre presente ma assenza di concretezza davanti alla porta del Torino, nonostante le occasioni capitate a Borja Valero.
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Un copione prevedibile
L’incipit dell’articolo di Benedetto Ferrara
Fallito, come prevedibile, l’esperimento Ilicic falso nove. Lo sloveno non ha il passo da Fiorentina e in quella posizione sembra ancora più spaesato. Discutere poi sulla scelta di Iakovenko è troppo facile. Anche dire che serve al più presto un centravanti lo è. Ma questa è la verità: semplice, reale, urgente. E così, pur con una buona prova collettiva (una citazione per il bravissimo Neto, però, ci sta tutta), la Fiorentina scende a meno cinque dal Napoli, mentre il tecnico scalpita, Gomez scrive messaggi d’amore ai tifosi su facebook, i medici tacciono e gli uomini mercato si sbattono alla ricerca di soluzioni praticabili per far cambiare espressione al loro allenatore, uno che ancora non ha digerito (e c’è da capirlo) questa overdose di sfortuna che ha colpito la sua squadra.
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