I viola sbagliano pochissimo in casa E Corini si cautela con la difesa a 5
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Un Chievo blindato a Firenze
I viola sbagliano pochissimo in casa E Corini si cautela con la difesa a 5 Chi entra al Franchi trova nello spogliatoio ospite un biglietto, c’è scritto «tanti auguri» …
Chi entra al Franchi trova nello spogliatoio ospite un biglietto, c'è scritto «tanti auguri» e i numeri spiegano tutto. Nove vittorie su 13 partite, trenta punti sui 42 totali, 28 gol fatti (terzo miglior attacco casalingo) e 10 subiti (miglior difesa). A Firenze hanno frenato il passo anche Juventus e Napoli. Unico superstite, l'eccezione Pescara. Nota a margine: il tallone d'Achille del Chievo, cioè le palle inattive, è il punto di forza della Fiorentina.
La paura fa 90, come i minuti a disposizione di Rigoni e compagni per rovistare in quel meccanismo quasi perfetto, trovare l'anello debole e calcarci la mano. Di fronte: Eugenio Corini e Vincenzo Montella, insieme a Coverciano per il patentino, che viaggiano l'uno controcorrente all'altro. Quando il tecnico gialloblù andava di tridente, a ottobre, il suo collega batteva sul 5-3-2. Ora Genio vira sulla difesa robusta e l'Aeroplanino, al contrario, dà mandato a Liajic, Toni e Jovetic di scatenare l'inferno nell'area di Puggioni. Il motivo è semplice: la Fiorentina, sempre a caccia del quarto posto, s'è inceppata a Bologna, e non c'è niente di meglio del Franchi per rimettersi a correre. Il Chievo, davanti al portiere, non se la sente di rinunciare ai suoi tre centrali. Su Lijaic andrà Acerbi (per i raddoppi, Jokic), Toni (7 gol, tutti a Firenze) sarà preso in consegna dall'amico Dainelli, la marcatura di Jovetic spetterà ad Andreolli (con Frey a dare una mano).
Si prevede tensione a mille, i viola abbondano di estro sui lati e Toni sa ancora mettere scompiglio in mezzo. Su su, allora, fino al centrocampo. Tra i gialloblù, squalifica per Hetemaj; tra i viola, appiedato Cuadrado. La prima assenza toglie sostanza al Chievo, la seconda sottrae fantasia ai gigliati. Corini, in settimana, ha provato una mediana con Cofie-Rigoni-Guana. Niente di nuovo, rispetto al canovaccio. Il contrasto è forte: cagnacci contro fini dicitori. Di là, trionfa l'arte del possesso palla: Aquilani, il rientrante Pizarro e Borja Valero. Fulcro del gioco è proprio Pizarro, su cui farà pressing uno dei due attaccanti. A proposito: torna, quasi sicuramente, Paloschi. Dopo l'esperimento Samassa, a Genova, il baby-bomber bresciano ha ricaricato le pile. Al suo fianco, magari partendo da dietro, il francese Théréau, che alla Fiorentina piace da tempo e, stando alle voci, potrebbe finire presto al centro di una trattativa. Poco o niente, di nuovo, nel piano di gara pandorato: difesa attenta e contropiede, con speranza di trovare una Fiorentina scoperta in fascia. Montella, invece, alzerà la pressione, da subito, per permettere ai solisti d'incalzare nella metà campo altrui. Sul risultato peserà la capacità di soffrire. Dopodiché, il risultato peserà sulla classifica. Il Chievo, dopo la Fiorentina, sarà impegnato a ospitare il Napoli, quindi viaggio a Pescara e altro turno casalingo, col Milan. Il percorso, insomma, si fa in salita. E, nei giorni scorsi c'era chi, nel quartier generale di Peschiera del Garda, si scaldava l'ottimismo ricordando le ultime fatiche in terra Toscana.
L'anno scorso, una Fiorentina appassita si fece beffare due volte: prima da Pellissier, poi, una volta riagguantata la parità (Liajic su punizione), da Rigoni in contropiede. Altro bel ricordo, il 25 aprile 2010. Avversario orfano di motivazioni (Prandelli era già sul piede di partenza) e Chievo gasato dal traguardo salvezza a un passo.
Risultato: vantaggio del solito Pellissier, raddoppio di Sardo nella ripresa, tanti saluti e traguardo stagionale in cassaforte. Quasi superfluo, ormai, citare la terza impresa, anno 2001, debutto in serie A e Chievo che lascia tutti di stucco liberando l'impeto di Perrotta, Marazzina e di un gioco champagne. Altri tempi, altre latitudini. Ma Corini ricorda bene quel pomeriggio e pagherebbe per riassaporare certi profumi da allenatore.
Matteo Sorio - Corriere del Veneto
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