Nel mezzo del cammin della sua vita, la Fiorentina - scrive la Repubblica - si ritrovò in una selva oscura. Persa dentro una complicatissima ricerca di identità offensiva. Prove, esperimenti, cambi a gara in corso. Il risultato però è quasi sempre lo stesso, e quello del gol sta diventando un problema serio. Quella di ieri, in questo senso, è stata una partita «manifesto». Un doloroso tonfo dopo l’illusione europea. Perché, forse, qualcuno pensava che le cinque reti al Qarabag valessero la fine della crisi. Non è così, e basta dare un occhio ai numeri. Quello viola è uno dei peggiori attacchi dell’intera Serie A. Sei reti fatte, di cui soltanto tre su azione. Soltanto Empoli (2) e Palermo (4) hanno fatto peggio. Roba da squadra che lotta per non retrocedere insomma. Individuato il problema, però, è giusto interrogarsi sulle cause. Anche perché la davanti Sousa può contare su giocatori importanti. Basterebbe farli giocare. Prendiamo Babacar. Uno che, pur giocando poco e quasi mai da titolare, è il capocannoniere della squadra. Tra campionato e coppa ha già segnato quattro reti e, soprattutto, ne ha realizzate due (quella di ieri e quella di Udine) delle tre totali che i viola hanno realizzato su azione. Baba, in questo momento, è una risorsa alla quale diventa difficile rinunciare. Prendete la sfida col Toro. Gli è bastato un tempo, e mezzo pallone buono, per lasciare il segno. E poi c’è Kalinic. Il croato, che un anno fa di questi tempi stupiva l’Italia, oggi è un centravanti triste condannato alla lotta. Abbandonato a se stesso in mezzo alle difese avversarie. Corre, lotta, pressa, prende botte, allunga la squadra. Già. Ma poi? Di gol, da un pezzo, se ne vedono pochi. In questo campionato è fermo al timbro dello Juventus Stadium (prima giornata) e la rete di giovedì scorso in Europa League non può bastare come consolazione.
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Un attacco da zona retrocessione: Babacar è la risorsa da sfruttare
Il reparto offensivo della Fiorentina è uno dei peggiori della Serie A
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