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Ulivieri ripescato da Sel: «Io senatore? Un’impresa»

Il paragone calcistico è un po’ banale, ma ci sta sempre: «Mi hanno messo secondo in lista, però per essere eletto al Senato servirà un’impresa, come vincere a San Siro». …

Redazione VN

Il paragone calcistico è un po' banale, ma ci sta sempre: «Mi hanno messo secondo in lista, però per essere eletto al Senato servirà un'impresa, come vincere a San Siro». Lo dice Renzo Ulivieri, presidente dell'Associazione allenatori, il secondo politico (sì, politico) più votato nelle primarie di Sel — Sinistra Ecologia Libertà, il partito di Nichi Vendola — in Toscana. Nonostante quei 2.112 voti, ieri il partito lo ha inizialmente inserito al quarto posto nelle liste toscane per il Senato: davanti a lui e ad Alessia Petraglia, prima alle primarie, c'erano Pape Diew, leader della comunità senegalese di Firenze, e Ida Dominjanni, giornalista del Manifesto. Da qui polemica, critiche, appelli alla meritocrazia e al rispetto della volontà popolare. Anche per questo, Sel ha fatto marcia indietro: Ulivieri riportato al secondo posto e il duo Diew-Dominjanni dirottato lontano dalla Toscana.

«Sono matto»

Pensiero naturale: ecco, Ulivieri si è fatto sentire. «Sbagliato. Col quarto posto sarei stato fuori, ma non ho mai protestato, io sono datato e vengo da una cultura per cui il partito decide e tu dici sì. Io qui sono un soldato». Ulivieri, busto di Lenin in casa e anni di Pci, lavorerà per Sel e per la sua elezione: «Però non ho idea di quanti voti servano per farmi diventare senatore». Meglio non domandare a casa: «Che succede se mi eleggono? Cambiare vita, non ci voglio pensare. La mia figliola già mi ha detto che sono matto a prendermi anche questo carico. Lei alle primarie non voleva andare, mi ha detto: "Già ora non ci sei mai, io non ti voto". Non si è mai visto un padre che deve conquistare il voto della sua figliola». E com'è finita? «Ci è andata».

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