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Ulivieri: “Giocare a pranzo un attentato alla famiglia”

Vi riportiamo alcuni passaggi dell’intervista di Renzo Ulivieri a La Nazione: “Il vero problema è che il calcio in Italia viene gestito in modo miope, si pensa al guadagno immediato, senza una …

Redazione VN

Vi riportiamo alcuni passaggi dell'intervista di Renzo Ulivieri a La Nazione: "Il vero problema è che il calcio in Italia viene gestito in modo miope, si pensa al guadagno immediato, senza una riflessione generale sul futuro" dice il presidente degli allenatori italiani. "Il prodotto, cioè il campionato, è stato dato in pasto alle tv. Una marmellata televisiva, dal venerdì al lunedì, che è la conferma della visione corta di chi comanda, nel segno del 'prendiamo il più possibile ora', senza preoccuparsi del futuro. Il vero rischio è che perda sempre più interesse. Che cosa succederà fra cinque anni?, mi chiedo. Serve una presa di coscienza. La partita a mezzogiorno e mezzo è una bestialità. Un vero attentato alla famiglia. All'ora di pranzo, la domenica, bisognerebbe ritrovarsi a tavola per stare insieme, per parlare, e non per guardare una partita di calcio. Credo ancora nello sciopero come forma di protesta, e allora vorrei proporre uno sciopero della tv, del telecomando, televisione spenta all'ora di pranzo, ma so che è teoria".

E ancora: «L'apertura al terzo comunitario va in senso opposto rispetto all'esigenza di un rilancio della scuola italiana. Anche se lo dico da sinistra. Per formazione, idee e impostazione politica sono contrario alle barriere, al protezionismo, ma servirebbe una politica equilibrata di gestione. Servirebbe una vera politica sportiva, soprattutto. Conte? La situazione, la conosceva anche prima. E' uomo di campo, posso capire che soffra i tempi ridotti concessi a un selezionatore, ma gli allenatori non comandano, e lo sa anche Conte, sono le società che pagano e decidono, alla base di tutto c'è la qualità del nostro calcio che deve migliorare".

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