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Tutti i verbali. Genoa-Samp, sviluppi devastanti

Le ombre sul derby di Genova sono più di una «suggestione». Nei verbali degli interrogatori dei giorni scorsi a Cremona, se ne parla già come un filone di indagine su …

Redazione VN

Le ombre sul derby di Genova sono più di una «suggestione». Nei verbali degli interrogatori dei giorni scorsi a Cremona, se ne parla già come un filone di indagine su cui ci sono riscontri inediti e clamorosi. Il pm Roberto di Martino lo lascia intendere chiaramente rivolgendosi al genoano Omar Milanetto e al suo legale, l'avvocato Grassani, dopo le domande iniziali su Lazio-Genoa: «Io vi avverto che ci sono alcuni fatti che riguardano la partita precedente, il derby Genoa-Sampdoria che avranno un effetto devastante, in cui è coinvolto il Milanetto. Quindi, io vi invito a riflettere bene. In questa sede ve lo dico così, in maniera informale».

I dubbi di Mauri

Il laziale Stefano Mauri nega qualsiasi accusa di coinvolgimento per Lazio-Genoa, ma poi quando il gip Salvini contesta il flusso anomalo di giocate che ci sarebbe stato sulla partita, resta perplesso. «Io fino a che era il primo tempo ero anche incavolato perché non stavamo vincendo la partita che dovevamo vincere a tutti i costi per andare in Champions... Tanto è vero che il pubblico ci ha sommerso di fischi. Poi nel secondo tempo siamo entrati in campo perché dovevamo vincere a tutti costi questa cavolo di partita ed è andata come è andata, abbiamo vinto... poi dopo che leggo tutte queste cose e lei mi dice che ci sono state tutte queste giocate, qualche dubbio mi viene anche a me sinceramente».

Come Farina?

Ivan Tisci, che viene ascoltato il primo giorno dal gip Salvini, si difende dicendo che da calciatore aveva addirittura denunciato un tentato illecito. «Ma io le posso dire che è già successo nella mia storia calcistica di un tentato illecito nei miei confronti, quello che ha fatto Farina io l'ho fatto quando giocavo...». Gip: «Che partita era?». Tisci: «Avellino-Ternana del 2000… mi dici se c'è la data?». Avvocato Mari (difensore di Tisci): «In occasione di Avellino-Ternana della stagione 2004». Tisci: «...io in quella circostanza primo perché non faceva parte di come vedevo io il calcio, secondo perché il mio allenatore era un certo Zeman a cui io sono legato e lui da un anno non mi rivolge la parola perché mi sono trovato in mezzo a questo casino, io denunciai il fatto è finito in una bolla di sapone». Alla Procura federale, aveva fornito un elemento nuovo: «...allorquando conversando con Bellavista questi lamentandosi del comportamento di Bressan dice che l'hanno fatta saltare perché il "boss" non ha soldi da puntare, mi riferisco sempre al solito finanziatore per le scommesse, del quale per riservatezza essendo del tutto estraneo al mondo del calcio, preferirei non aggiungere altro se non che è italiano».

Le minacce di Ilievski

Più che il calciatore Almir Gegic, è l'altro zingaro Ilievski a incutere paura e soggezione nei calciatori. Il perché è presto detto. Lo spiega Matteo Gritti: «Un giorno mi chiama Almir: “posso venire a bere un caffè, sono qua, passo da Bellinzona?” “come no, vieni, vieni a casa mia a Bellinzona” ed invece di venire da solo venne con Ilievski... Mi fece paura. E lì fu ben preciso nel chiedermi di fare le partite, cioè ti do i soldi e tu perdi, tu fai in modo di perdere... Diciamo che aveva una capacità ottima di poter persuadere le persone... Mi disse (Ilievski, ndr) che se io non avessi accettato di fare partite, lui, insomma… “faccio presto a spararti alle gambe” è una bella minaccia, bella forte, però non direttamente a me. Ragini il quale era anche lui molto impaurito, anche perché anche lui vennero a casa, a casa sua, sempre lì a Bellinzona».

Il viaggio da Iacovelli

Vittorio Gatti ammette di aver fatto da corriere per il denaro degli Zingari: «Gegic e Ilievski mi hanno chiesto se potevo fare dei viaggi regolari, dietro compenso, per ritirare vincite e scommesse... Per loro in sostanza ho fatto due viaggi. Il primo a Pescara, quando dovevo ritirare una somma che mi avevano detto essere la vincita di una scommessa su una partita. Erano 40.000 euro e il mio compenso netto sarebbe stato di 300 euro... Ho incontrato a un casello fuori Pescara tre-quattro persone, di cui uno molto grosso, che dalle fotografie che ho visto sui giornali, potrebbe essere Erodiani... Il secondo viaggio è stato a Bari, e dovevo incontrare una persona amica di Carobbio... si tratta certamente di Iacovelli... Mi ha dato una borsa con tanti soldi, del resto mi avevano già detto che sarebbero stati 250.000».

Camilli e Stendardo

Il presidente del Grosseto è tirato in ballo pesantemente da Joelson e anche da Turati. Quest'ultimo rivela un episodio di Salernitana-Grosseto, appreso la settimana successiva: «...seppi che il nostro presidente Camilli si era attivato per insomma comprare questa partita... L'ho saputo da Carobbio che mi disse che lo seppe dal mio compagno di squadra Mora, e mi disse che lo seppe da Mora perché c'era un giocatore nella Salernitana, Stendardo, che era un ex giocatore del Grosseto e gli disse appunto: “guarda so che insomma, questa partita è stata comprata” ed il presidente nostro doveva dare dei soldi a Stendardo dell'anno precedente, un premio, e gli disse: “guarda te lo do se”… insomma, in cambio ci fai vincere”. Poi, su Albinoleffe-Ancona, svela: «Ricordo che prima di questa partita dei miei compagni di squadra un po' più vecchi che erano Colacone e Mastronunzio mi dissero che avevano parlato con il direttore sportivo della nostra squadra Larini e che il nostro direttore gli aveva chiesto se conoscessero qualche giocatore nell'Albinoleffe per insomma darci una mano, per poter favorire la nostra vittoria».

La Gazzetta dello Sport