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Tutti ad aspettare JoJo, anche gli osservatori

Stevan non sembra più lui e Montella… Articolo di B. Ferrara (COMMENTA)

Redazione VN

È Stevan, ma sembra una versione lievemente aggiornata di Adem. Lui prende la palla e la porta a spasso come si fa col cane. Tocchi, tocchetti, ricerca disperata di spazi impossibili. Un po’ frustrato, un po’ stordito e parecchio solo. E adesso tutti si chiedono, affidandosi alle definizioni del calcio parlato e modaiolo: ma Jovetic sarà davvero un top player? Domanda un po’ cattiva, per un ragazzo che a calcio sa giocare eccome. Certo che però pure lui da settimane la porta non la vede nemmeno con immensi sforzi di immaginazione. Neanche gli altri attaccanti, vero. Ma lui è Jo Jo, mica uno dei tanti. Lui era quello che la Juve ci metteva 25 milioni, quello che il City voleva a tutti i costi. Stritolato da un’estate di pensieri, Jovetic ne è uscito fuori con la solita chiacchierata con Adv, proprio come aveva fatto Toni, quello con la scarpa d’oro. Ancora un anno e poi si vedrà. Intanto ti facciamo la squadra.

Promessa mantenuta, anche se adesso là davanti il ragazzo non sembra più lui. Tiri impossibili, uno-due che sono uno e mezzo, rarissimi lampi di calcio felice in un cielo colorato di grigio. Ed è finito il tempo dell’effetto sorpresa. La Fiorentina non è più quel meraviglioso ufo che tutti guadavano stupiti senza capire come facesse a rapirti gli occhi con le sue evoluzioni. Tutto previsto. Ora iniziano a prendere contromisure, a chiudere le fasce, a stare più attenti sulle palle inattive. Quindi adesso gli attaccanti devono tornare a farsi vivi. Due soli gol (figli di difensori) nelle quattro partite del 2013: un rimbalzo sul portiere dell’Udinese dopo la traversa di Gonzalo, un tiro di Facundo scagliato da Marte. E Jovetic? Zero. Ultimo gol a Palermo il 22 dicembre. Neanche un vero tiro in porta e segni di nervosismo a sfare, quelli che ballano addosso a chi non riesce a essere se stesso e a fare calcio come vorrebbe. Certo, otto gol non sono malissimo, e una piccola crisi ci può sempre stare. Il fatto è che la Fiorentina vorrebbe provare a diventare grande, ma senza di lui non è cosa facile. Intanto gli osservatori di tutta Europa passano le domeniche al Franchi a guardarsi la viola e a mangiare ribollita. Anche domenica quelli del City e dello Shaktar erano venuti per seguire Jo Jo, e forse non solo lui. Una situazione curiosa. E chissà se pesa sulla psiche di un giocatore che forse adesso non vale più come prima. Ma se dividersi su un talento è sport tipico della nostra città (e non solo della nostra, ovvio), resta il problema: adesso Jovetic deve tornare a galla. E forse è anche per questo che Montella, suo grandissimo estimatore, spinge per mettergli accanto un attaccante che possa farlo sentire meno solo. A Toni nessuno può certo rimproverare nulla. Sei reti e grande cuore, il ragazzone ha stupito tutti.

Ma forse qualcuno ha dimenticato che lui non doveva giocare titolare. Era una riserva di lusso. Uno splendido e antico bomber da ultimi venti minuti. E invece Toni & furmini sta sempre con l’acceleratore a tavoletta per fare quello che non può riuscirgli sempre: essere quello che era. Ma Montella non ha altre soluzioni. Ljajic (1 gol) è un’entità surreale, quasi mistica. La sua presenza in campo ricorda il peso politico dell’Api di Rutelli. Se Jovetic la porta la vede poco, lui al momento (un momento lungo un’eternità), forse non si ricorda neanche come è fatta. Cattiverie? No, dai. Il ragazzo di sicuro ha qualità tecniche, ma per immaginarlo uomo gol serve una fantasia ai limiti della psichedelia. D’altra parte Montella aveva provato a responsabilizzarlo. Ma sul campo risultati pochi. Il fatto è che di sicuro, se non ci fosse la Coppa d’Africa, oggi accanto a Jo Jo giocherebbe il mago El Hamdaoui (3 reti), che come tutti i maghi sa come sparire sul più bello. Certo, l’impegno col Marocco era ampiamente previsto, e forse anche per questo il tecnico insiste con questa storia della punta che non c’è. Perché Montella da inizio stagione le occasioni le ha date a tutti: anche a Seferovic, l’unico privo di dribbling- dipendenza (oltre a Toni), che avrebbe potuto garantirgli un po’ di peso là davanti. Ma il risultato non è stato un granché. Tutto questo, ricordiamolo, per una Fiorentina che comunque sta lottando per l’Europa, mostrando sempre grandi qualità di gioco e una ottima personalità. Ma il fatto è che col collettivo arrivi sempre a un certo punto, là dove poi quelli che sanno come si fa vincono le partite difficili inventando qualcosa di imprevedibile. Jovetic servirebbe anche a questo. E allora forza Jo Jo: la Fiorentina ha bisogno di te e la ribollita per gli osservatori va a finire che si fredda.

Benedetto Ferrara - La Repubblica