Ora basta, Firenze è stanca. E ieri sera ha urlato tutta la sua rabbia durante la partita di Europa League contro l’Esbjerg. Pochi tifosi, solo tredicimila, ma la voce della protesta si è sentita comunque. Quello che è successo a Parma, le quattro giornate di squalifica a Borja Valero, bruciano sulla pelle di una città che è stanca di subire torti arbitrali.
stampa
Tutta la rabbia del Franchi per Borja
La vera contestazione domenica sera in campionato
La lista è lunghissima e ieri sera, per la prima volta, il Franchi ha gridato il suo dissenso, anche se la contestazione vera sarà domenica sera, contro la Lazio. Lo stadio sarà pieno e i tifosi hanno già fatto sapere che la protesta sarà fortissima. Probabilmente inizierà fuori dallo stadio, prima della partita, e proseguirà dentro. Nel mirino il designatore Braschi, gli arbitri e la Lega calcio. Quello di ieri è stato solo il prologo.
E poi l’Europa non è il palcoscenico giusto, meglio il campionato, lì sì che si può fare un po’ di caos. Anche se le scorie di questi ultimi giorni sono entrate lo stesso al Franchi. “Borja Valero, c’è solo Borja Valero” ha urlato la Fiesole quando lo spagnolo è entrato in campo per il riscaldamento. Firenze è con lui. Come ha scritto su Twitter sua moglie Rocio Rodriguez: “A Careggi, nel fornaio, in farmacia, il uomo del corriere, tutti mi dicono che sono con @valero20 e gli sostengono. Questa è Firenze”. Già, questa è Firenze. Quella che ieri sera ha fischiato contro tutto e tutti e che è pronta a scendere in campo accanto a Della Valle per la difesa della sua (loro) squadra. Firenze non può più stare con la bocca chiusa. Dopo quello che è successo l’anno scorso, dopo quella Champions sfumata proprio alla fine, società, squadra e città hanno deciso di farsi sentire.
Applausi del Franchi quando lo speaker che legge le formazioni pronuncia il nome di Borja Valero. E dopo, quando è uscito Pasqual, la fascia di capitano l’ha presa lui. E’ lui il simbolo della rivoluzione civile di Firenze. Ed è suo anche il primo tiro in porta, che però non crea problemi. Si gioca. Ritmo lento, partita moscia e ogni tanto la curva Fiesole rialza la voce. Cori per Montella, e poi ancora contro i genitori di Braschi e la Lega calcio. Batte proprio lì il cuore della protesta. E, comunque, mica ci si può dimenticare della Juventus. “Stiamo arrivando, o gobbi stiamo arrivando” cantano gli ultrà che faranno ben due trasferte a Torino, il 9 (in campionato) e 13 marzo (Europa League). E ancora: “Chi non salta bianconero è”. Ma al centro del mirino c’è lui, l’arbitro Andrea Gervasoni, quello delle quattro giornate a Borja. La curva lo tartassa. “Pezzo di” e “Figlio di”. Gli slogan sono sempre gli stessi. Offese e rabbia. Contro gli arbitri (“Avete rotto il…) e anche contro la Nazionale (“Contro l’Italia, noi siamo contro l’I-PER talia).
Oddio, a essere sinceri il Franchi prova anche a spingere la Fiorentina, ma il risultato non è un granché. In campo va tutto piano, soprattutto Mario Gomez. Qualche applauso, ma non c’è adrenalina in questa partita. Tanto vale allenarsi un po’ per domenica sera, quella sì che sarà la partita della protesta. A dirigere Fiorentina-Lazio c’è Banti, arbitro di Livorno, quello che in Catania-Fiorentina non vide il calcione di Spolli a Matos, colpito alla testa. Stranezze del calcio. Come la scelta di Braschi (sarà un caso?) di designare Gervasoni come quarto uomo in Milan-Juventus. Un premio all’arbitro cattivo tanto per dimostrare chi comanda. E gira pure voce che il designatore vada in giro a parlare male di Montella. Sussurri e grida. La partita accelera, la Fiorentina pareggia e va agli ottavi. Non c’è altro. Soltanto gli applausi del Franchi per Borja, campione offeso. “Borja Valero, c’è solo Borja Valero…”.
la Repubblica
© RIPRODUZIONE RISERVATA