Troppi cambi di modulo. E tante domande in attesa di risposta

Tanti cambi di modulo, troppi per una squadra che fatica a riconoscersi: più che un'evoluzione sembra la ricerca di un equilibrio che deve essere continuamente rincorso, scovato, raggiunto cambiando distanze e ruoli. L'intercambiabilità come toppa per diventare sempre un'altra squadra. Tomovic centrale di sinistra nella difesa a tre è stato però un cambio in corsa assolutamente curioso, avendo fra l'altro in panchina Basanta che in quel ruolo si è comunque laureato vicecampione del mondo. Montella probabilmente non voleva bruciarsi una sostituzione, ma il caso ha voluto che dal cambio di posizione sia nato l'errore decisivo. Inoltre il 4-3-3 del primo tempo è stato compreso dal Napoli con troppa semplicità (Borja e Mati sempre saltati, Ilicic inattivo a destra, difesa viola in crisi quasi continua), un correttivo anticipato avrebbe probabilmente aiutato la squadra a scansare i pericoli.

Il 3-5-2 della ripresa ha migliorato la vita della Fiorentina, che ha recuperato fiducia senza però ritrovare le qualità migliori dei suoi big e sottoponendosi ancora (dopo molta orizzontalità) ai blitz verticali del Napoli. Il primo intercettato da un grandissimo Neto, il secondo chiuso da Higuain dopo un rinvio sfortunato o sbagliato di Tomovic, centrosinistra per una volta. Dettagli, forse, perché il problema sembra più complesso. Sembra però che durante i blindatissimi allenamenti non venga trovata più la quadra: cos'è che manca alla Fiorentina? Perché la capacità di interpretare le partite e domarle è diventata un ricordo? Perché al capitano che gioca in Nazionale viene ormai con metodo preferito Alonso che ha fisico e dinamismo, ma pochissimo aggiunge nella scelta dei tempi e dei passaggi quando la squadra è propositiva?

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Angelo Giorgetti - La Nazione