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Tregua sui diritti tv: intesa Agnelli-Galliani

Alle assemblee di Lega, si sa, può succedere di tutto. Può succedere pure che si depongano le armi sull’argomento più scottante – i diritti tv – e si litighi sulle …

Redazione VN

Alle assemblee di Lega, si sa, può succedere di tutto. Può succedere pure che si depongano le armi sull’argomento più scottante - i diritti tv - e si litighi sulle «quisquilie». Per la verità, più che un litigio è stato un monologo: Aurelio De Laurentiis è andato su tutte le furie nel momento in cui ha avvertito una certa ostilità alla sua proposta di introdurre il quarto sponsor sulla maglia. Italo Zanzi, il ceo americano della Roma alla sua prima assemblea, ha assistito alla scena con gli occhi spalancati. Urla e paroloni, altro che board a stelle e strisce. La pazienza del presidente del Napoli è saltata quando l’a.d. della Sampdoria, Rinaldo Sagramola, gli ha fatto notare che il valore economico delle sponsorizzazioni non cresce necessariamente con l’aumento degli spazi commerciali, anzi. Tesi supportata da uno studio comparativo della Lega: Premier e Bundesliga vanno meglio di Liga e Ligue dove c’è la deregulation .

Crescendo

«Con voi della Samp non voglio avere più niente a che fare», avrebbe detto De Laurentiis rivolgendosi poi a tutti con un «non capite niente» e scagliandosi contro il tavolo del presidente Maurizio Beretta con una frase del tipo: «Preparami i documenti per uscire da questa Lega di m...». Quindi via dal consesso ancor prima della votazione, finita 10-9. Proposta respinta (quorum a 14) col Milan a votare con le «sette sorelle». E qui la scena madre della tregua tra bianconeri e rossoneri. Adriano Galliani dice sorridente voltandosi verso Andrea Agnelli: «Per me vota la Juve». Una sorta di delega a suggellare la ritrovata convergenza di vedute.

Percorso comune

Tutti e 20 i club hanno detto sì a un’audizione, da tenersi venerdì, con i rappresentanti delle tv (Sky, Mediaset, Rai) e il broker Mp & Silva, per capirne di più sugli scenari del mercato in vista della commercializzazione del nuovo ciclo che scatta nel 2015. Era una delle richieste contenute nella lettera di Fiorentina, Inter, Juventus, Roma, Sampdoria, Sassuolo e Verona. Beretta l’ha recepita nella sua relazione iniziale. «È stato accettato il nostro metodo di lavoro», ha spiegato l’a.d. viola Sandro Mencucci, assistito per l’occasione dal professor Giuseppe Sbisà dello studio Bonelli Erede Pappalardo, specializzato in materia di diritti televisivi. Non è stato minimamente messo in discussione il ruolo dell’advisor Infront.

Via libera

Il presidente della Juventus ha spiegato il senso della lettera delle «sette sorelle» sottolineando che la volontà comune è di esplorare tutte le strategie possibili per valorizzare il prodotto Serie A. Poi ha aggiunto di non aver nulla in contrario a prolungare il mandato a Infront per le due stagioni successive alla scadenza del contratto, rientranti nel triennio 2015-18.

La Gazzetta dello Sport