Vuoto lo stadio, vuota anche la Fiorentina. In un primo tempo di silenzioso destino è maturata una sconfitta che, a parte le condizioni ambientali alle quali evidentemente il Cagliari (terza vittoria consecutiva senza pubblico) si è ben abituato, lascia netta un'impressione di smarrimento. È sembrato che la squadra viola avesse addormentato se stessa, giocando in modo debole, scontato e triste.
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Tra spalti vuoti (come la testa)
Un sunto del commento di Sandro Picchi sul Corriere Fiorentino
Trentasette minuti dolorosi hanno consegnato la partita al Cagliari: un gol su angolo, l'ammonizione di Gonzalo (niente Milan), l'infortunio di Jovetic, il rigore del raddoppio. Tutto era ormai compromesso, l'impresa di vincere (e la vittoria era l'unico scopo) sfiorava l'impossibile. Una ripresa con le torri Toni e Larrondo ha portato qualcosa, ma più per il ritrarsi del Cagliari che non per la pericolosità dei due centravanti. Cos'è mancato alla Fiorentina? Quasi tutto, a parte Cuadrado e Mati nella ripresa, oltre a Pasqual, che però ha ignorato la possibilità di segnare un gol, e a un buon Viviano. Soprattutto è mancata, anche stavolta, la difesa, sia come reparto, sia come modo di difendere da parte della squadra.
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