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Toni, la vendetta senza rancore del goleador eterno

Tornato dopo gli anni d’oro, ha lasciato per Gomez. L’articolo di Benedetto Ferrara su Repubblica 

Redazione VN

E' l'unico che vale un rimpianto. Ed è anche l’unico a cui Firenze continua a voler bene. Per quello che ha fatto. Per aver stupito il mondo e per essere tornato di nuovo qui a stupire ancora. E poi l’ultimo addio, per cause di forza maggiore. La Fiorentina aveva comprato Mario Gomez, per lui non c’era più posto. Lo davano per finito. Già. Capita a tutti di sbagliare. Suvvia: Toni & fulmini ad allenare i ragazzini? Arrivederci e grazie, senza rancore. Il ragazzone voleva continuare a segnare: 35 gol in campionato, fino ad oggi, con la maglia del Verona. Di testa, di piede, di rinterzo, da vicino, da lontano, ma Luca Toni è troppo buono per vivere tutto questo come una vendetta. Lui a Firenze vuole bene. E il sentimento è reciproco, come è giusto che sia. E poi non era stato lui a voler andare altrove. E suo tempo aveva anche accettato di restare un anno in più in nome della causa comune. Insomma, Luca è un amico: fedele, solare, senza tempo. Mica come quelli partiti per un altrove col dollaro scritto in fronte. Nastasic, Jovetic, Ljajic e Cuadrado, che comunque con quel sorriso vale sempre una bella amicizia, anche se Salah ne ha quasi cancellato il ricordo sul campo. Notizie di loro? Rare e poco esaltanti. Il primo ha fallito nella premier, il montenegrino è diventato uno normale, il giallorosso è stato pure contestato insieme ai compagni per presunto fallimento. E il colombiano? Già. Un mezzo flop. Luca, invece, è Luca. Un vero rimpianto.

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