Luca Toni è il protagonista di una lunga di Alessandro Rialti sul Corriere dello Sport-Stadio. Vi proponiamo un estratto.
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Toni: “Juve ti batteremo”
“Possiamo fare la storia. Ho spiegato ai compagni cosa succede se si vince”
Perché ha scelto di nuovo Firenze?
«Dopo quello che ci era successo, con Marta, abbiamo deciso di staccare per un po’. Siamo andati in Sardegna, per trascorrere del tempo con le persone più care. E’ stato lì che le ho detto: Marta, ho deciso di smettere di giocare a pallone. Lei mi ha risposto semplicemente: Ma se ti diverti ancora a giocare, come fai a smettere». Da qui, la Fiorentina. «No. Sembrava che mi dovessi trasferire al Parma che sarebbe stata una soluzione ideale, vicino a Modena, casa mia, casa mia e di Marta. Con il patron, con Andrea Della Valle, in questi anni abbiamo continuato a sentirci. Lo facemmo anche in quel periodo, ma per il solito ‘Ciao, come stai’... Sapevo che sarebbe stata la più complicata delle sfide. Non è mai semplice tornare in una realtà dove hai fatto benissimo». Poi azzarda un confronto con la sua prima Fiorentina «Prandelli prima e Montella oggi stanno vivendo situazioni parallele. Questo doveva essere l’anno della ricostruzione, esattamente come nel 2005. E’ stata brava la società: è stato creato un gruppo efficace... Firenze è una realtà bellissima, ma anche complicata. Qui, la via di mezzo non esiste». E poi ammette che «In questa città ci torneremo a vivere, piaceva tanto a Marta. E poi Firenze è a un’ora da casa mia, a Modena, e a un’ora dai genitori di Marta».
Via con una carrellata di giudizi sui compagni. Jovetic «Stevan non è un attaccante da venti gol a stagione. Gli piace partire più da dietro, non stare a ridosso dell’area... Deve imparare ad essere decisivo negli ultimi trenta metri. Resta il fatto che è un grandissimo giocatore». El Hamdaoui «Un giocatore dalla tecnica sopraffina. Deve adattarsi ai ritmi e ai tempi del calcio italiano». Giuseppe Rossi «E’ un giocatore straordinario e ha una grande testa. Anagraficamente è molto più giovane di me ma non si direbbe». Cuadrado «L’ho soprannominato il Vespa, perché pare davvero che c’abbia la vespa dentro le scarpe, va il doppio rispetto agli avversari. Sarà un elemento capace di fare la differenza per qualunque club».
Infine la Juve. «Da piccolo tifavo bianconero, ma non appena sono passato al Modena ho subito cominciato a tifare per le squadre in cui giocavo». ecco il pronostico positivo «Possiamo entrare nella storia. Perché siamo forti. E perché ogni volta diamo fastidio a qualunque tipo di avversario. Ha ragione Montella: nessuno ci ha mai messo i piedi in testa. L'ho detto ai miei compagni: se vinciamo a Torino vengono all'aeroporto in venti mila a festeggiarci».
L'intervista completa sul Corriere dello Sport-Stadio di oggi
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