La Gazzetta dello Sport ha intervistato Damiano Tommasi in merito al caos che si sta generando sulla possibile riapertura del campionato. Tommasi sostiene che ci sarà da scalare una montagna, confermando tutte le perplessità espresse nel comunicato di ieri (LEGGI): "Non riesco a spiegarmi come mai non sia possibile una fase di riatletizzazione individuale e sicura per i calciatori, servirebbe ad evitare infortuni nel periodo successivo". I tempi stringono e la mancanza di terreni morbidi sui quali allenarsi può risultare dannosa; ci vorrà un mese per avere una condizione accettabile. "Deve essere tutto molto chiaro e niente va lasciato al caso. Gli stipendi? Mi preoccupano più le serie minori, i tagli dovrebbero essere proporzionati". E anche per i prolungamenti dei prestiti, spiega Tommasi, servirebbe una norma approvata dalla FIFA e valida per tutti.
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Tommasi: “Siamo pronti a ripartire, ma c’è una montagna da scalare. Oggi decidono medici e scienziati”
Parla il numero uno dell'AIC
"Oggi decidono medici e scienziati, ma è indubbio che se si ripartisse la cosa avrebbe un gran valore a livello sociale. Però bisogna avere le idee chiare su cosa fare in tutti i casi, anche se il campionato dovesse chiudere definitivamente i battenti". Perché, se davvero questa stagione venisse conclusa, non si potrebbero evitare ripercussioni sulla successiva. I calciatori avranno bisogno di una pausa tra la fine e l'inizio della nuova campagna.
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