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Testo Unico sullo Sport, nuovi stadi: meno burocrazia per aiutare la costruzione

Previsti semplificazione e incentivi nel testo che dovrebbe essere approvato ad agosto. Spazio minore alle 'opposizioni' delle diverse sovrintendenze

Redazione VN

Procedure più snelle per il percorso di autorizzazioni e permessi per realizzare nuovi o ristrutturare vecchi stadi. Con uno spazio minore alle «opposizioni» delle diverse sovrintendenze. È quanto prevede - scrive stamattina La Gazzetta dello Sport - la bozza di Testo unico sullo sport inviato dal ministro Vincenzo Spadafora ai partiti e agli altri membri di governo. Non è un caso che il testo sia salutato con soddisfazione dal sindaco di Firenze, Dario Nardella.

Solo il club

Le norme tendono a incoraggiare «ammodernamento» e «riqualificazione» anche se nel caso di una proposta «presentata dalla sola associazione o società professionistica utilizzatrice dell’impianto». I club sono aiutati in questo percorso da alcune possibilità, il progetto di fattibilità è sostituito da uno studio di fattibilità, che può prevedere anche la cessione anche a titolo gratuito, «a fronte del valore dell’intervento, del diritto di superficie o di usufrutto per una durata fino a 99 anni o il trasferimento della proprietà degli stessi alla società o all’associazione sportiva».

Meno burocrazia

Fra le altre novità, il fatto ogni «atto di autorizzazione, licenza, concessione, permesso o nulla osta» per avviare l’attività dell’impianto e delle sue attività «complementari» sia sostituito da una «segnalazione dell’interessato». L’obiettivo è quello di accelerare i tempi e ridurre al minimo tutti i passaggi burocratici per la costruzione o la ristrutturazione. Viene anche ribadito che «si può prevedere l’integrale demolizione dell’impianto da dismettere, la sua demolizione e ricostruzione anche con volumetrie e sagome diverse».

Oltre al fronte stadi, ci sono altri possibili riflessi calcistici del Testo unico in discussione (la bozza ora sarà discusso, il Governo dovrebbe approvarla ad agosto). In particolare, le federazioni che scelgono il professionismo, dovranno farlo senza distinzioni di genere. Una svolta per il movimento femminile che la Figc ha già lanciato nell’ultimo consiglio federale, ma di cui va ora delineato tutto il percorso fino all’introduzione nella stagione 2022-2023.

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