Vi proponiamo il fondo di Gianfranco Teotino pubblicato questa mattina sul Corriere Fiorentino.
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Teotino: “I DV si devono unire con chi subisce torti”
Vi proponiamo il fondo di Gianfranco Teotino pubblicato questa mattina sul Corriere Fiorentino. Si fa presto a dire ai giocatori che è meglio non alzare i toni, evitare il …
Si fa presto a dire ai giocatori che è meglio non alzare i toni, evitare il vittimismo e tenere i nervi saldi. Tutte cose buone e giuste. Soprattutto per chi fa del fair play un marchio di fabbrica. Però non si può passare per fessi. E neanche fingere di non accorgersi che quello arbitrale è uno dei problemi, non l'unico, nemmeno il principale, però tutt'altro che da sottovalutare, non solo della Fiorentina, ma del calcio italiano. Parliamo del declino del calcio italiano. Della sua mancanza di competitività e di credibilità. E allora bisogna capire cosa è meglio fare, se le uniche vie d'uscita sono davvero soltanto la rassegnata accettazione dei torti subiti per non peggiorare le cose o la decisa richiesta di spiegazioni avanzata ieri sera dall'irritato Andrea Della Valle, che però vale quel che vale. (Per la verità, la storia dimostra che un po' vale, perché tutti quelli che fanno la voce grossa, poi per qualche partita vengono trattati con maggiore attenzione. Ma certo non è la soluzione del problema).
Il problema arbitrale in Italia ha due facce. La prima è la rappresentazione, anzi la temuta ripresentazione, del fantasma di Calciopoli o per lo meno la reiterazione dei meccanismi di sudditanza che fanno sì che anche il migliore degli arbitri italiani in un derby di Torino in caso di rigore dubbio lo concede alla Juventus e lo nega ai granata. In questa casistica rientra il finale dello scorso campionato con la catena di favori e favorini che consentirono al Milan di togliere la Champions alla Fiorentina. Un'ingiustizia tale da condizionare aspettative e comportamenti dei calciatori viola oggi. Con un'aggravante: le dichiarazioni rese allora da Pizarro. Il suo svelare al mondo che il re è nudo, ha creato un irrigidimento della casta arbitrale, tale da indurla a considerare «antipatica», come dice Montella, la Fiorentina.
La seconda faccia del problema deriva dalla mancanza di personalità degli arbitri attuali, figli di una classe dirigente imbarazzante. Sono permalosi e suscettibili. Un suggerimento a Gervasoni. Dia un'occhiata a Arsenal-Liverpool, Coppa d'Inghilterra, 16 febbraio. Sterling appoggia una mano sul petto dell'arbitro Webb, il quale, arbitro e uomo vero, se la toglie di dosso con aria disgustata, come ci si pulisce dalla cacca di un uccello, si gira, chiama il capitano del Liverpool Gerrard e più o meno gli dice: «Spiega a quel minus habens del tuo compagno che se si azzarda a riprovarci gli faccio passare la voglia di giocare a pallone». Fine. Neanche un cartellino. Quelli si sventolano a chi fa falli inutili e cattivi (vero Diakite?). Di fronte a tutto ciò le iniziative spot sono insufficienti. La sede appropriata ad affrontare la questione sarebbe la Lega. Ma, per come oggi è gestita, è meglio non farsi illusioni. Piuttosto, la Fiorentina, oltre a far sentire la voce risoluta di patron Della Valle, potrebbe promuovere un incontro con le società che in questo campionato si sono trovate più o meno nelle medesime condizioni (Inter, Torino, Sampdoria, Parma, Catania, Udinese, Atalanta, per certi versi Roma), per poi rivolgersi direttamente in Federcalcio, istituzione da cui gli arbitri direttamente dipendono.
Gianfranco Teotino - Corriere Fiorentino
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