Su La Nazione troviamo un articolo su Tello. Ve ne proponiamo una parte.
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Tello, da supereroe a incompiuto
Tello fin qui è stata una nota dissonante dopo il coro di alleluia che suscitò al suo arrivo in viola. Un preliminare infinito senza mai un’esplosione conclusiva. Un’incompiuta sulla fascia destra
""Arrivò a Firenze con le credenziali del supereroe. Un Flash Gordon atterrato non sul pianeta Mongo ma sul satellite Fiorentina per donare velocità e fantasia, fughe in dribbling e superiorità numerica. Così, dopo che in alcune partite più che un uomo-razzo è sembrato un ragazzo-zampirone, condannato a bruciare la sua velocità in scatti fumosi e velleitari senza alcuna apparente utilità, la delusione è stata cocente.
"Sì, Cristian Tello, catalano di Sabadell, fin qui è stata una nota dissonante dopo il coro di alleluia che suscitò al suo arrivo in viola. Un preliminare infinito senza mai un’esplosione conclusiva. Un’incompiuta sulla fascia destra.
"Perché quella velocità da supereoe che doveva portarlo a spaccare in due le partite, per ora lo ha condotto solo nel vicolo cieco di uno scatto in avanti e di una finta oramai conosciuta da tutti i terzini della serie A, che si limitano ad aspettarlo, accompagnandolo in una solitudine di campo e di gioco senza sbocchi. Ora: sulla solitudine dell’ala destra Francesco Acitelli ha scritto anche un libro di poesie. Perchè il ruolo si presta all’epica. La fascia destra del campo, da sempre, è il marchesato dei talenti più puri, dei giocatori più divertenti e spumeggianti. Gente come Julinho, funambolo delle finte e dei dribbling che seppe stregare Firenze tutta; come Bruno Conti, il brasiliano di Nettuno; come Roberto Donadoni, triste, lunare e meraviglioso Pierrot in scarpette da calcio; come l’inarrivabile Gigi Meroni, che durò poco come tutte le cose belle, la primavera, la mimosa in fiore, i barattoli di Nutella («Come diverso m’apparve il giorno dopo l’oratorio... senza di te», scrive Acitelli di lui).
"Gente famosa ma anche gente meno famosa. Come Rocco Pagano, che rimase sempre nelle periferie del calcio ma di lui Paolo Maldini ebbe a dire: «E’ la più forte ala che abbia mai incontrato".
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