C’era una volta il progettone Milan. Ricchi, belli e famosi nella città da sorseggiare appoggiati al mega-Suv richiamati dall’apericena nei locali più trendy d’Italia. In campo fenomeni e divertimento. Fuori la movida quella vera. Addio Riccardino, Milano ti chiama: milioni e gloria. Cioè milioni sì, sulla gloria si potrebbe discutere. Montolivo non ha avuto decisamente fortuna. Uno va a Milano per vincere e si ritrova a condividere la posizione in classifica col Pescara. Eppure lui sta facendo la sua piccola parte e nel derby è stato tra i migliori. E’ il Milan che non c’è più. Mica glielo avevano detto il gatto e la volpe: vieni da noi che stiamo per smantellare. Promesse, milioni e un avvio di stagione da mani nei capelli. Giocare con Kharja e Lazzari in confronto pareva il Real. Sì, insomma, si fa per dire.
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A proposito, che fine hanno fatto Kharja, Lazzari e tutta la banda che non c’è più? Beh, il primo di sicuro male non sta: 9 milioni in tre anni in Qatar non sono malaccio come pensione. Sparisci dal mondo, vedi solo sabbia ma almeno ti pagano bene. Lazzari invece è al freddo. Però gioca, anche se pure lui (e forse non è un caso), è capitato nell’Udinese meno Udinese degli ultimi anni. Chi se la passa bene è la coppia Behrami- Gamberini, che a Napoli vive un ottimo momento. Il mediano non era partito un granché, poi però ha ripreso la maglia di centrocampista corridore spaccatutto. A Mazzarri lui piace, anche se forse il tecnico adora di più l’antico Gambero, che sul mare ha ripreso colore. Partito come riserva, tanto da giocare in Europa League nel cosiddetto Napoli 2, il difensore ha convinto Mazzarri a promuoverlo titolare al posto di Aronica o di Britos.
Un altro che si comporta degnamente è Alessio Cerci, giocatore che Ventura ha voluto a tutti i costi a Torino, memore del grande campionato che aveva giocato a Pisa. Ancora non ha segnato ma nel 4-4-2 straoffensivo riesce a far buone cose, tipo conquistarsi un rigore a Genova o mettere lì un paio di assist vincenti. E Vargas? Poca roba. Approdato a casa Preziosi, il peruviano si è infortunato subito. La sua storia rossoblù, come dire, deve ancora iniziare. Mentre invece è già finita quella al Bologna di Natali, che aveva fatto benino fino al brutto infortunio al ginocchio che lo terrà fuori almeno sei mesi.
Ora ecco il Parma, una piccola colonia di ex. Ma più che ex sono annebbiati ricordi a parametro zero. Amauri deve ancora farsi vedere. E Marchionni pure. Insomma, tra qui e lì per loro è cambiato poco. Nemmeno il bravo De Silvestri, in prestito alla Samp, ha ritrovato se stesso. Ma almeno lui è ancora giovane e tempo davanti ne ha. Ma al momento di campo non ne ha visto un granché. Chi invece sta uscendo dal buio di anni persi è il buon Felipe. A Siena, finalmente, il ragazzo ha ritrovato un po’ di brio, trovando un posto fisso nel trio di centrali messo in campo da Serse Cosmi. Era l’ora, viene da dire. Fatica un po’ invece Nastasic, criticato dopo la sconfitta del City sul campo del Real. Un prezzo da pagare per i 22 milioni spesi dallo sceicco. In realtà il giovanissimo talento sta trovando la sua dimensione anche nella Premier e in Champions. Chi invece ancora deve trovare spazio è Boruc, finito al Southampton dopo settimane senza squadra. Queste le piccole storie degli ex di una Fiorentina che non c’è più. Giocatori stimati, odiati, dimenticati. Ma quella Fiorentina, di sicuro, nessuno se la ricorderà.
Benedetto Ferrara - La Repubblica
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