La Gazzetta dello Sport si concentra sugli ostacoli sulla ripresa degli allenamenti collettivi delle squadre di Serie A. La rosea elenca quattro punti:
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Tamponi, responsabilità, ritiro, quarantena: gli ostacoli della ripartenza
Le osservazioni del comitato tecnico-scientifico del governo: il medico sociale è responsabile per il club, esami e rischio positività
Sì ai tamponi, ma senza toglierli alla collettività
Nel documento il comitato scientifico del governo scrive: "La realizzazione dei test molecolari sulle persone interessate alla ripresa degli allenamenti di squadra non deve minimamente impattare sulla disponibilità del reagentario da dedicarsi in maniera assoluta ai bisogni sanitari del Paese". Le parole del Cts sull’argomento lasciano pensare che il nuovo protocollo punterà più sui test sierologici che sui tamponi.
Responsabilità dei medici durante il raduno
"Il Cts sottolinea che, per avere efficacia, le misure di quarantena volontaria devono essere rispettate in modo stringente sotto la responsabilità del medico sociale e del medico competente". Si tratta di una indicazione sanitaria, ma il problema è anche giuridico. L’interpretazione comune va in questa direzione: la responsabilità di quanto succede è del datore di lavoro, cioè del club. Il medico sociale è responsabile per la parte che riguarda calciatori e tecnici, mentre sul resto del personale è responsabile il medico del lavoro che la società ha l’obbligo di individuare. L’Inail ha stabilito che la positività per Covid deve essere considerata alla stregua di un «infortunio sul lavoro» e questo comporta la necessità di un’ulteriore copertura assicurativa su cui sta lavorando la Federcalcio.
Ritiro chiuso ok, ma che fare quando finirà?
"Il proposito di mettere in quarantena (in ritiro, ndr) non solo gli atleti, ma tutto il personale che fa parte di una squadra (medici sociali, massaggiatori, fisioterapisti, magazzinieri, cuochi, etc), può rendere la ripresa degli allenamenti di gruppo medicalmente coerente con le indicazioni già fornite da questo Cts in merito alle misure per il contenimento epidemico". Il problema è che questo ritiro potrà durare al massimo 15 giorni. Andare oltre, lo hanno sottolineato i calciatori ma le altre componenti si sono dichiarate d’accordo, sarebbe difficile sotto il profilo psicologico. Il fatto è che, quando il via libera dovrà essere aggiornato (cioè quando il tema sarà quello delle partite da giocare), ci si ritroverà senza ritiro blindato, la soluzione che ha convinto di più i tecnici del governo.
Se c'è un positivo, quarantena per tutto il gruppo
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