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SuperMario impalpabile, ma la squadra non lo aiuta

L’analisi di Angelo Giorgetti su La Nazione: Gomez ancora irriconoscibile

Redazione VN

Cominciamo dalle attenuanti, perché 5 mesi senza calcio sono un’eternità e per tutti gli attaccanti è complicato giocare contro la seconda difesa del campionato che recupera, fra l’altro, anche Chiellini. Muscoli, centimetri, cattiveria: per passare servono gli argomenti giusti. Se poi arrivano pochi palloni giocabili, poco può aggiungere Gomez _ questo Gomez _ al senso della partita viola impostata con fragilità di pensiero e poco coraggio da tutta la squadra. Fa però effetto veder Marione così impalpabile e alla distanza quasi sempre anticipato nei contrasti, lento nel dettare i passaggi, debole nello stacco di testa (a parte una volta, quando però la deviazione ha fatto torto alla fama). Uno che ha segnato così tanto non può essere così poco. Gli manca quasi tutto del bomber che fa la differenza.

L’area dovrebbe essere un territorio di caccia, ma senza armi al massimo si può andare al pascolo: il che può essere un vantaggio, se intorno tutto funziona e i compagni sono pronti a inserirsi negli spazi. Ma ieri la Fiorentina aveva bisogno di un realizzatore, più di un punto di riferimento: attività che fra l’altro Gomez ha esercitato in modo molto parziale, mettendosi in vetrina per un paio di recuperi in difesa prima di offrire ai compagni una collaborazione poco mobile fra le linee. E se la reattività e la fiducia si conquistano soprattutto giocando, confrontarsi con la difesa della Juve è stato il modo più complicato per riconquistare un po’ di stima. O forse quello migliore, se i risultati si vedranno.

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Angelo Giorgetti - La Nazione