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Suor Daniela, messaggio ad ADV

Alla fine fine della partita col Catania il «Franchi» diventò un piccolo lembo di paradiso, con Andrea Della Valle raggiante e lei sorridente, assieme in tribuna d’onore. Lei si chiama …

Redazione VN

Alla fine fine della partita col Catania il «Franchi» diventò un piccolo lembo di paradiso, con Andrea Della Valle raggiante e lei sorridente, assieme in tribuna d’onore. Lei si chiama suor Daniela, è una religiosa di origine kosovara che da meno di vent’anni opera in Toscana e fra le mille virtù legate alla vocazione ne aggiunge una molto terrena e apprezzata da queste parti: è inguaribile tifosa della Fiorentina. Una fede pagana che in convento le avranno perdonato e che ha conquistato Andrea Della Valle. Il quale, dopo la gara col Bologna confidò di sperare in un ritorno di «suor Daniela di Prato» allo stadio contro la Lazio. E lei, suor Daniela, promette di esserci? Se sì, accadrebbe contro la squadra che per prima esibì una religiosa-tifosa, Suor Paola, che negli anni Novanta imperversò in tv.

Suor Daniela vive con riservatezza la sua passione più terrena, tradisce un carattere estroverso e affabile, ma si fa ritrosa quando le si parla di pallone. Spiega solo che l’amore per i viola ha radici lontane. In Kosovo tutti guardano le partite in tv e ognuno sceglie una squadra del mondo o solo d’Europa per cui tifare. Chi tiene per il Real, chi per il Manchester, lei scelse la Fiorentina, in anni in cui Jovetic, quasi suo conterraneo, era bambino e Ljiajc neppure nato.

Il caso volle che fosse spedita a svolgere la sua missione in un convento di Prato, due passi da Firenze, e mise piede allo stadio — ammette — quando ancora non c’erano i Della Valle. Un amore dalle forti radici, coltivato ancor più ora che è stata trasferita a Firenze. Un amore che ha commosso Della Valle. «Grandi persone», si concede lei ritirandosi in un silenzio cui si piega come a una penitenza. E che interromperà al prossimo gol, sciogliendo le ugole come un alleluja.

La Nazione