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Storie di bomber: Gomez low cost e Kalinic in crisi

Gomez diventerà un giocatore del Besiktas alla cifra simbolica di mille euro. Kalinic, invece, si è spento dopo un'ottima prima parte di stagione

Redazione VN

Storie di attaccanti che il destino - scrive La Nazione - ha messo a confronto in una lunga estate di mercato (quella dello scorso anno). Il primo, Mario Gomez, per tutti SuperMario, costretto a fare la valigia (viola) per spostarsi altrove. Ovunque, ma non più a Firenze. E alla fine eccolo arrivare in Turchia, al Besiktas. Il secondo, Nikola Kalinic accolto in Italia con la targa di colpo a sorpresa (e obiettivamente a buon prezzo), e subito in campo con una carica e un fiuto del gol da campione. Sono passati tanti mesi da quell’incrocio di mercato che ha segnato i destini di Gomez, di Kalinic e naturalmente della Fiorentina e oggi le storie del tedesco arrivato dal Bayern e del croato arrivato dal Dnipro fanno discutere per ragioni opposte.

Gomez, l’affare più pesante (in chiave finanziaria) della storia del mercato della Fiorentina, liquidato a prezzo di saldo (in pratica regalato), nei prossimi giorni diventerà un giocatore del Besiktas, facendo arrivare nella casse viola la cifra simbolica che più simbolica non si può, di mille euro. Poi, il club turco deciderà che cosa sarà meglio fare. Ovvero realizzare una plusvalenza da applausi, visto che SuperMario pare davvero destinato a finire al Manchester City per una cifra intorno ai 12 milioni di euro. Ok, la Fiorentina si giocherà comunque una percentuale sull’eventuale cessione del bomber dal Besiktas al City, ma in ogni caso si tratterà di briciole rispetto a quanto, a suo tempo, fu pagato Gomez (20 milioni) e a quanto il club turno incasserà (12 milioni) in estate.

Passiamo a Kalinic. Nella prima parte della stagione sembrava poter infastidire anche Re Higuain. Di gol ne ha segnati subito tanti, tantissimi, forse – paradosso – addirittura troppi, al punto che a dicembre (esattamente il 20, in occasione della sfida con il Chievo), Nikola si è spento. Colpa della stanchezza per una stagione (la sua) iniziata prestissimo, visto che il Dnipro era già in campo a luglio, o forse colpa del fatto che i difensori del campionato italiano hanno imparato a conoscerlo e quindi tenerlo d’occhio, fatto sta che – esclusa la rete a casa dell’Atalanta –, Kalinic sta attarversando un periodo piuttosto complicato.